Corona per tutti… ma è un sosia

Corona per tutti… ma è un sosia

L’ultima trovata di Fabrizio. Quel Fabrizio che, a forza di sentirne parlare, quasi non fa più notizia. Sono lontani i tempi in cui gettava gli indumenti dal balcone, idolatrato da uno stuolo di fan in visibilio. I giorni in cui la passione con Belen lo conduceva direttamente sulle copertine dei magazine più gettonati. Sono terminati persino i mesi di carcere e quelli delle intemperanze. Ora il bad boy dall’animo – tutto sommato – sensibile, si divide tra una comparsata dalla D’Urso, in perenne ed accesissimo contrasto con l’ex moglie, Nina Moric, ed una da Giletti, in veste di opinionista, in quel di Non è l’Arena – figuriamoci – per offrire il personale parere riguardo a chi ne ha combinate di assai peggio.

Intanto, promoziona il suo ultimo Capolavoro: “Come ho inventato l’Italia“. Excursus sulla Milano da Bere, prima; sulle vicende di un’intricata Tangentopoli, poi; sulla vita, infine, interpretata alla guisa di un Robin Hood post- moderno. Un’esistenza, condotta ai limiti – talvolta, oltre – della legalità.

E adesso? Evidentemente il ‘ragazzo’ – si fa per dire, all’ormai veneranda età di 46 anni – se ne inventa un’altra. Avrebbe dovuto presenziare all’inaugurazione del primo Store ispirato alla sua linea di abbigliamento, in quel di Torino.

A tamburo battente, annunci social, dunque, per attirare quanta più gente possibile. Obiettivo raggiunto, dal momento che, in via Po, era presente – in contenimento alla ressa – un assembramento, tra polizia, vigili urbani, carabinieri e finanza, da fare invidia ai più incalliti criminali.

Così, apriti cielo, per la prima volta il ‘Re dei Paparazzi’ ha fatto dietrofront. Si è mostrato ‘rispettoso’ degli arresti domiciliari a cui è attualmente sottoposto e, in sua vece, ha inviato un sosia.

Accatastati, i ‘seguaci’ hanno mobilitato – alla faccia delle misure anti-Covid – le Forze dell’Ordine, intente a non tradire il proprio ruolo.

Servizio con tanto di bodyguard, auto al seguito, intrattenimento musicale ed uno stuolo di personaggi, più o meno noti, dello spettacolo, a celebrare quello che, in effetti, è risultato un evento. Felpa rossa e cappuccio indosso, lo pseudo-Corona si è gettato tra la mischia, spingendosi fin sulla porta del negozio. Enorme la calca e c’è addirittura chi, avendo perso il controllo, è finito in commissariato.

Tanto clamore, per Adalet. E’ questo il brand creato da Corona. Epiteto, derivato – a detta dello stesso – da un percorso catartico, frutto di un’espiazione ancora in atto. Il termine, di fatto, in turco significa Giustizia. Eppure, anche in questa occasione, il sospetto che sottintenda altro sovviene, eccome. Provate a leggerlo al contrario… impossibile non fiutare, ancora una volta, odore di escamotage pubblicitario.

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