Quel Presidente che tutti volevano…
‘Mio Dio, come sono caduta in basso!’. Quale titolo fu più eloquente, per fotografare l’istantanea attuale di un Presidente del Consiglio caduto – si fa per dire – in disgrazia. In quel lontano 1974, Comencini narrava di una situazione familiare ai limiti del paradosso e ci faceva sorridere, in maniera arguta, sulle vicissitudini di una conturbante Laura Antonelli, alias Eugenia Di Maqueda.
Qui, invece, in verità, da ridere non rimane un granché, poiché il personaggio che aveva esaltato gli animi di tutti noi, rinfocolandoci il cuore e rispolverando lo spirito patrio, adesso appare come il paradigma di se stesso.
Un’emorragia, quella nei consensi, che non accenna ad arrestarsi.
Al senso di insoddisfazione, in costante accumulo, da parte dei cittadini, che dal 17 marzo sembrano aver perso i propri confini, si aggiungono le beghe di Palazzo, i sotterfugi, i capricci di un entourage politico che si diverte – pare – a stuzzicare. Non volendo apportare soluzioni. No, quello no, sarebbe troppo facile ma, semplicemente, limitandosi ad infastidire, irritare la controparte. Renzi & Co. a parte, i sondaggi parlano chiaro. Si contano a malapena quanti gradirebbero un Conte Ter. La rilevazione, condotta da Analisi Politica, società di ricerca diretta da Arnaldo Ferrari Nasi, ha posto agli intervistati un quesito, la cui ipotetica risposta non lascia adito a dubbi: “In questi giorni ci sono state forti tensioni nella maggioranza che sostiene il Governo Conte. Se dovesse cadere l’esecutivo, tra queste possibilità, per l’Italia sarebbe meglio…“.
Quattro le opzioni a cui appellarsi. Ebbene, su tutte ha primeggiato la richiesta, da parte dei cittadini, di ritornare alle urne il prima possibile, per mandare a casa l’esecutivo. Secondo il 32%, in sostanza, sarebbe opportuno sciogliere le Camere e indire, al più presto, nuove elezioni Politiche. Risoluzione, spiega l’esperto, che ha riscosso maggior consenso “tra la fascia più produttiva della popolazione, quella che va dai 36 ai 55 anni“. A pretendere una nuova tornata sono soprattutto gli elettori di Lega (63%) e Fratelli d’Italia (60%). Conte, insomma, sfiduciato.
Persino la seconda eventualità, quella che ipotizza un Governo ponte (presieduto ancora dal ‘nostro’) per traghettare il Paese alle urne, trova compiacente solo il 21% degli intervistati. Favorevoli sarebbero i Grillini (50%), i Dem del Pd (34%) e i Renziani di Italia Viva (51%).
Il dato, tuttavia, maggiormente preoccupante risiede nel grado di scetticismo, nei confronti dell’attuale Premier. Per l’87% dei sottoposti al sondaggio trattasi di una evidente bocciatura. Netta, tanto più che, mentre si attendono i progetti del Recovery Fund e la campagna di vaccinazione pressa, si preferisce dedicarsi alle riunioni ‘para-poltrone’.
Gli animi sono esacerbati: “Pesano lo stallo economico, le mancate erogazioni – ancora oggi – della cassa integrazione dei mesi scorsi; la carenza di una visione, a livello di sanità, che vada al di là del meccanismo aperture-chiusure e relativi ristori, cui finora siamo stati abituati“, aggiunge Ferrari Nasi, riferendosi alle aspettative della gente. E rincara la dose: questa legislatura non piace, anche perché, fa notare il sondaggista, c’è un ulteriore fattore che parla chiaro: “Sappiamo già che per 2 Italiani su 3 il Premier non sa governare“. Ma. fatto peggiore: “Tra coloro che non hanno per nulla fiducia in Lui, figurano anche elettori del Pd e dei Cinquestelle“.
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