Chiamiamolo pure ‘Open Space’

Chiamiamolo pure ‘Open Space’

Spaziosa, funzionale, anche quando, magari, le dimensioni, di per sé, non lo consentono.

Eliminato l’ingombro di pareti e porte divisorie, gli ambienti vengono reinterpretati in maniera più efficace rispetto alla precedente. Visione più libera di quella che rappresenta la dimensione appartamento. Chiamasi, tutto questo, OPEN SPACE: punto di contatto tra soggiorno e cucina. Riorganizzazione, sotto l’influsso di un comune intento, della zona living della casa.

PASSO PRIMO: LA METRATURA

Le dimensioni contano, eccome. Diffidate da chi vi illude del contrario. E, quando si parla di arredamento, ogni centimetro fa il suo. Dalla scelta dello stile di riferimento: industrial, minimal, nordico… alla predominanza dei colori (il chiaro allarga e dà volume – lo scuro restringe e assottiglia le dimensioni); all’uso sapiente degli accessori.

Vasi, tovaglie, cuscini, mensole riescono, se ben modulati, ad arbitrare correttamente ed in maniera armonica il mondo, più o meno esteso, in cui abitiamo.

IDEA PENISOLA

… perché no. E’ tra le soluzioni più gettonate, dal momento che contempla il suo utilizzo come piano di lavoro e, allo stesso tempo, può trasformarsi in veste di tavola da pranzo. E, se addirittura c’è posto per un’isola, il gioco diventa una faccenda ancor più seria.

Ad esempio, può prevedere lavello e piano cottura insieme, sorta di ‘zona bar’ o cucina ‘a vista’, capace di farci interagire con gli eventuali ospiti o con gli altri membri della famiglia, nel frangente in cui ci troviamo intenti a ‘spadellare’. Immancabili, sia ben inteso, gli sgabelli, a fare da corollario.

DIVIDERE UNENDO…

Anche qui, ce ne sarebbe da dire. Ci limitiamo a suggerire che, nella commistione salotto-cucina, al primo dovrà spettare il ruolo da protagonista; comprimaria, non meno, la seconda. E, allora, dove collocare il divano?

Meglio se in tinta neutra: beige, grigio, tortora, magari in contrasto con le tonalità dei cuscini, sarebbe perfetto se di forma tendenzialmente geometrica, disposto ad angolo, laddove possibile. Completo di poltrone. In linea con la parete attrezzata. E’ proprio l’elemento in questione, spesse volte, a determinare il limite tra l’area più informale e quella in cui è piacevole accogliere gli invitati o rilassarsi, in pieno relax: fate bene attenzione che non se ne intraveda lo schienale. Non è una mossa elegante.

TAVOLO E SEDIE

Puntate al pratico. Strutture lineari, affiancate da pezzi colorati (le sedie – ad esempio). Bando al Barocco e a tutti i suoi eccessi.

Qui ci si diverte, volendo, grazie ai complementi: una lampada sospesa e oggetti, intorno, a richiamare le sfumature adatte per il comparto centrale.

PAVIMENTO… CHE SI SDOPPIA

Delineare i passaggi si configura, anche, alle volte, nell’imprimere due diverse anime alla medesima stanza. Perché non iniziare, allora, proprio dal suolo sul quale si cammina? Se la metratura è ampia, due tipologie diverse di pavimenti potrebbero aiutare, purché non risultino troppo discostanti tra loro. Resa particolarmente soddisfacente, nel caso in cui si abbia a che fare con un balcone a giro, che lascia intravedere platealmente lo switch tra i due luoghi dell’appartamento, nell’arco di pochi metri.

Sono solo pochi passi, quelli iniziali, per compiere un’impresa titanica eppure, se ci si lascia guidare dall’istinto, estremamente divertenti.

Abitare presenta la stessa radice di habitus. E’ derivazione di quel che siamo, di quel che intendiamo rappresentare di noi, Tanto vale, dunque, agire secondo i crismi adeguati. Mostrarci per come siamo per ritrovarci, una volta chiusa la porta, all’interno del nostro nido, piacevolmente avvolti.

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