L’ultimo vagito della politica
Salve, sono l’ultimo DPCM. Sono appena nato quindi, a dirvi il vero, mi sento un po’ perso. Mi hanno messo qui e si sono raccomandati, senza troppe spiegazioni: “Va e rappresenta la legge!” Sono stati perentori mentre me l’hanno ripetuto. Dovevo essere credibile, soprattutto, poiché avevo, ripetevano loro, un ruolo emblematico. Rappresentavo il Paese, io. Costituivo il coacervo di tutte le norme da seguire – pedissequamente e senza discussioni – nei prossimi mesi.
Mi hanno detto: “Vai, è il tuo turno!” Numero… chissà. Chi ci conta più. Ero quasi sul varco della soglia quando mi sono girato e, per un istante, mi sono soffermato a guardarli. Litigavano. Tanto per cambiare. In questo strano limbo incolore, non sapete quante volte mi è capitato di sentirli discutere. Si accanivano l’uno contro l’altro. C’erano volte in cui non si rendevano conto neppure di ripetersi addosso le stesse cose. Troppo presi a gareggiare su chi, il timbro di voce, ce l’avesse più alto.
Covid, domanderete voi; era quello l’argomento del dibattito, no? Beh, a dirla tutta mi sembrava parlassero più di poltrone… bah, non me ne intendo. Ma era come se qualcuno dovesse cambiare casa. E poi c’era quella parola: “Rimpallo. Io non so neppure cosa sia…“. Sono desolato, non so dirvi di più, perché sono troppo piccolo per comprendere.
L’unica certezza è che adesso sono qui, al vostro cospetto e in loro rappresentanza. Mi hanno fatto ‘bello’, sapete, prima di espormi ai vostri occhi. Mi hanno lucidato tutto, spruzzandomi addosso, dicono, “essenza di credibilità“. Pare sia il profumo più gettonato di questi tempi. Dovrei andarne fiero. Boh… a me sembra buono, ma poi, che ne posso sapere…
Insomma, sono qui per dirvi, a nome del Governo, del Comitato Tecnico Scientifico e di tutti quanti loro, dimissionari o non, che la questione non cambia. Illusi che siete, avevate forse sperato che, con l’introduzione dei vaccini, si potesse intravedere uno spiraglio. Respirare un pizzichino di quella libertà a cui tanto tenete. Niente da fare, anzi.
Qui tutta l’Italia, o quasi, è alle strette. Colorata di arancione, se non addirittura di uno sgargiante rosso (Lombardia e Sicilia) – che poi, a pensarci bene – manco mi dispiace come colore – solo che non mi sembra ben visto. E guai a chi si muove dalla propria Regione, almeno fino al 15 di febbraio.
Il coprifuoco rimane invariato, dalle 22 alle 5; le scuole superiori, in didattica a distanza, al 50%. Valida, ancora, la regola che consente – una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) – di andare a trovare parenti o amici, nella Regione. Possibilità, che si allarga anche alle zone rosse. Chi vive nei comuni con meno di 5mila abitanti – mi sono informato, ve lo assicuro – potrà invece spostarsi per una distanza non superiore ai 30 km dal confine, con esclusione dei Capoluoghi di provincia.
(Colpo di tosse). Mi schiarisco la voce, per annunciarvi lo stop all’asporto dopo le 18, per bar ed esercizi similari, senza cucina. Lo so lo so, ma che volete: “Ambasciator non porta pena!“
Vi assicuro che, al riguardo, c’è stata una bagarre. Io mi sono ficcato in un angolino e ho ascoltato, zitto zitto. Bonaccini parlava a nome i tutti Governatori, Boccia rispondeva, in rappresentava degli Affari Regionali. Non vi dico… alla fine hanno sentenziato che si debba “limitare al massimo i divieti“, alle sole bevande e alcolici. Sempre Boccia ha garantito – credetemi, che ero attento – nonostante la crisi di Governo, “massima priorità” per i ristori, a tutte le attività costrette a fermarsi.
Su palestre e piscine stendete un velo. Idem, per quanto riguarda cinema e teatri. Per fortuna esiste lo streaming! Riaprono, invece, i musei, ma solo nelle Regioni gialle e solo nei giorni feriali. Gli impianti sciistici? Se ne riparlerà dopo il 15 febbraio, con buona pace di chi vede scivolarsi tra le mani la tanto agognata settimana bianca.
Di bianche, invece, ci sono, da adesso, le nuove zone. Quelle in cui le uniche restrizioni sono il distanziamento e l’uso della mascherina. Ma i parametri per entrarci – 3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio basso – lasciano prevedere tempi biblici.
Però, prima del diniego, volevo salutarvi con una nota positiva. Via libera alle crociere. Ve lo aspettavate? Mi hanno intimato di essere il più istituzionale possibile, nel comunicarvelo. Quindi: “i servizi di crociera da parte delle navi passeggere di bandiera italiana possono essere svolti, nel rispetto delle specifiche linee guida validate dal Comitato Tecnico Scientifico“. Beh, stando così le cose e secondo quel che si dice in giro, almeno potremo vedere Sanremo.
LEGGI ANCHE: Quel manto candido che, da solo, non basta a salvare gli esercenti
LEGGI ANCHE: E adesso scatta la ‘Zona Bianca’
Commento all'articolo