Cheeky Exploits: ma è solo un ‘esperimento sociale’

Cheeky Exploits: ma è solo un ‘esperimento sociale’

Chiamiamolo pure esperimento sociale, ma ha piuttosto l’aria dell’ennesima trovata stravagante, della quale – sinceramente – non sentivamo granché la necessità.

Anche perché poi, dall’idea – niente affatto geniale – di un momento, i riverberi arrivano a diffondersi, fino ad interessare una Consigliera comunale che, libera, certo, di fare quel che crede, occupa comunque un ruolo di rappresentanza. E vabbé che delle ‘buone maniere’ non se ne ricorda più nessuno. Però…

No, non stiamo farneticando. Non ancora. Stiamo, invece, riferendoci all’ultima mania nata sui Social, vale a dire il ‘Cheeky Exploits’.

Sia chiaro, professiamo il credo secondo cui tutti – ma proprio tutti – possiedono il libero arbitrio. Ma ci domandiamo, solamente: “Possibile che non esista un limite al buon gusto?“. Di fatto, il tutto si configura nel pubblicare foto e filmati, protagonista il lato B.

Sai che novità! Starete commentando e avete perfettamente ragione. Il fatto è che, di recente, anche una Consigliera del Comune di Morciano si è – per così dire – sottoposta alla sperimentazione, lasciando traccia ‘visibile’ di sé. Tipo la Walk of fame, no?

Oh, non c’è sdegno né raccapriccio nelle nostre parole. Solo tanto smarrimento, nel constatare che, per 5 minuti di notorietà – ormai anche l’istituzionale quarto d’ora preventivato dal buon Andy Warhol, pace all’anima sua, pare diventato una chimera – si farebbe proprio di tutto. E bando a quel che rimane della dignità, dell’immagine sociale. Soprattutto, di quel che ci si porta a casa, nel momento in cui ci si affronta allo specchio.

Il video, in questo caso, è stato girato all’interno di un centro commerciale di Rimini. Una volta non ci si andava per fare spese? Altri tempi, evidentemente.

In breve, sulla pagina Instagram della donna campeggia il girato e, in allegato, le numerosissime visualizzazioni. “La moda non c’entra. È partita come cosa goliardica: visto l’anno difficile che ci siamo lasciati alle spalle, con il mio ragazzo che mi riprendeva da dietro ho fatto il video, oscurando ovviamente il volto quando l’ho pubblicato“.

Mammamia, quanta lungimiranza. Peccato che la clip sia stata linkata dalla pagina Facebook Matti di Rimini, rendendosi un fenomeno virale.

Nessun intento sexy, si specifica. Ma chi ci aveva neppure pensato? Stando alle intenzioni dovrebbe avere, invece, valore artistico. Mettiamola così, stentiamo un po’ a crederlo ma ne prendiamo atto.

Ciò premesso, giacché passare per bacchettoni non ci piace e non ci appartiene, pubblichiamo la dichiarazione della diretta interessata. Chi meglio di Lei è in grado di illustraci le motivazioni che l’hanno spinta?

Ho una laurea triennale in Scienze politiche, all’Università di Bologna”, dichiara. “E sto seguendo un master biennale in Cooperazione internazionale, Diritti umani e Patrimonio culturale. Sto preparando l’esame di Antropologia sociale. Il docente mi aveva chiesto di fare una ricerca sugli stereotipi dei social media. A quel punto, ho pensato che potevo essere io stessa l’oggetto della mia ricerca. E ho iniziato a raccogliere i commenti. Ho avuto momenti di panico. Alcuni sono stati pesanti, fino ad arrivare all’incitazione alla violenza nei miei confronti. In un post, qualcuno ha scritto ‘se fosse mia figlia la riempirei di botte’. Non posso dire che la cosa non mi abbia toccato sul piano personale“.

Eh già. Il punto è proprio questo. Fino a dove bisogna spingersi per ‘sentirsi toccati‘ – per citare la ‘nostra’ – sul piano personale? Una volta esisteva il comune senso del pudore. Arretratezze, sosterrete. Sì, ma per quanto sappia di naftalina, presupponeva una società un po’ meno schizofrenica. Meno tesa a far mostra di sé, nella costante fame di riempire un vuoto che, con somma tristezza, constatiamo incolmabile.

Ben vengano gli esperimenti sociali, e così concludiamo. Ma ben venga anche uno stato di sana coscienza.

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