C’era una volta… anzi, no
Rosaspina, Biancaneve, Anastasia, Genoveffa, Cenerentola e persino Cappuccetto Rosso. Eccole tutte a raccolta per offrire, in un unico schema narrativo, una prospettiva diversa e inedita delle rispettive avventure. Quello che si prospetta come un libro per ragazzi sponsorizza una visione altra, in cui si accantonano gli stereotipi, secondo i quali non esiste principessa senza un principe. In cui non si perdona necessariamente sempre e subito e il lieto fine non è scontato, né tantomeno obbligatorio.
Ecco, allora, che La Bella Addormentata può essere risvegliata dal bacio d’amore di una Lei, mentre Pinocchio è vissuto ed interpretato alla stregua di un ermafrodita. Né uomo né donna… soltanto quel che è: un burattino.
EMMA DANTE E LA SUA OPERA VOLUTAMENTE FEMMINA
Il testo, si legge nella dicitura, si rivolge ai bambini, a partire dall’età di otto anni. Ma qualcosa deve essere scricchiolato in questa visione allargata della realtà, che ne abbraccia primariamente tante altre, meno circoscritta tra le note intarsiate in cui l’hanno avvolta i Fratelli Grimm, Perrault, Basiel e via dicendo. Né si abdica ai criteri di malizia, alla crudeltà, alla tenerezza che, invece, ne cesella il tratteggio, da sempre.
Emma Dante, l’autrice, si presenta così, cronaca di pochi giorni fa, direttamente sugli schermi dell’ammiraglia Rai, ospite di ‘Oggi è un altro giorno‘. E, con il candore che solo appartiene a chi riesce a conservare intatta la propria dimensione bambina, inizia a raccontare, intervistata da Serena Bortone e incalzata ad un più che incuriosito Cecchi Paone, il suo ‘E tutte vissero felici e contente‘. Fiabe, tutto qui. Eppure, tanto è bastato per scatenare la rivolta.
LA QUERELLE IN RAI
La onlus Provita & famiglia sta promuovendo una petizione per impedire alla Rai di parlare di Lgbt, quantomeno in fascia pomeridiana: “Chiediamo al Presidente della Rai, Marcello Foa, di porre fine a questo sperpero di denaro, per fare pubblicità all’ideologia gender. Di fare in modo che non si ripeta mai più la messa in onda di messaggi di questo tipo e dunque la propaganda spudoratamente arcobaleno, rivolta ai più piccoli“, si evince dalla nota.
E, intanto, c’è già chi, militante tra le file leghiste, ha chiesto a gran voce l’intervento della Vigilanza.
“È inconcepibile, assurdo, che il servizio pubblico, tra l’altro in fascia protetta e senza contraddittorio, possa drogare in modo così subdolo e violento le menti dei bambini, alterando fiabe, da secoli patrimonio collettivo di grandi e piccoli. Quando si manipola la storia, la letteratura, la cultura, vuole dire che siamo alla vigilia della dittatura del pensiero unico“. Così, ad esempio, Simona Baldassarre.
Insomma, nel solo intento di spostare, anche di poco, i tasselli di una verità precostituita, la drammaturga siciliana ha provocato un putiferio. Da parte dell’Azienda di Stato, ancora, nessuna risposta.
A noi, personalmente, poco importa se Rosaspina fosse etero oppure lesbica. Solo, se da una parte infastidisce la costante necessità di andare a stuzzicare autenticità pre-esistenti, sofisticata forma di pigrizia per non creare – esercizio ben più arduo – qualcosa di ‘realmente’ nuovo. Dall’altro ci preoccupa la continua corsa a zittire le voci che si sganciano dal coro. Quelle non confezionate anzitempo. Ci si dimentica, ammantandolo del desiderio di tutelare, che proteggere significa anche e soprattutto mettere l’altro nelle condizioni di comprendere e di decidere, poi, in autonomia, secondo i propri criteri e la formazione che si porta alle spalle.
Vorremmo, in sintesi, che gli adulti di domani, anche loro – in breve – potessero vivere ‘felici e contenti’, al di là di qualsiasi fiaba, riuscita o non.
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