Tamagoyaki: la frittata che si faceva esperienza per il palato

Tamagoyaki: la frittata che si faceva esperienza per il palato

Niente altro che un’omelette. Del resto, nell’accezione originale, tamago significa uovo e yaki frittata. Eppure è piuttosto difficile classificare questo piatto alla guisa di un banale uovo fritto. Il nome, nel lessico originale, è appunto tamagoyaki, sorta di carezza mattutina, dal sapore vagamente zuccherato e dalla consistenza cremosa, particolarmente gradita durante la prima colazione, nei Paesi del Sol Levante.

Nutriente, ma non per questo ricco di calorie, trova spesso spazio all’interno dei tradizionali bento in sostituzione, magari, delle più classiche crepes dolci e c’è persino chi, immancabilmente, lo vuole accostato all’irrinunciabile sushi, sorta di secondo piatto alternativo.

Certo, il procedimento è un po’ laborioso e richiede una certa tecnica ma l’alta manualità può avvalersi di una serie di ‘alleati’, come, ad esempio, la padella tamagoyakiki, dalla forma rettangolare, in rame. Quest’ultima, grazie alla perfetta conduzione del calore ed alla forma inclinata, consente di girare e stratificare meglio il composto.

Venendo al dunque, ne esistono due versioni: l’Atsu-yaki-tamago, ovvero un uovo fritto abbastanza spesso e il Dashi-maki-tamago, un uovo arrotolato con aggiunta di brodo. Quest’ultimo può ritenersi, forse, il più difficoltoso, ma vale comunque la pena mettersi alla prova per eseguirlo.

Facoltativo ma di grande aiuto, nell’esecuzione, il tappetino di bambù, utile per arrotolare più strettamente il tamagoyaki a fine cottura, in modo da conferirgli un andamento regolare.

Ne esistono, poi – doveroso sottolinearlo – diverse varianti, classificate in base allo spessore degli strati: l’usuyaki-tamago è il più sottile. C’è poi il kinshi-tamago, il più spesso e l’iri-tamago, che tanto ricorda le uova strapazzate.

Tra le varianti più apprezzate, quella accompagnata da sakè e l’altra, che prevede l’aggiunta di gamberetti. Anche se la più diffusa resta quella affiancata da alga nori.

LA RICETTA

  • DIFFICOLTÀ media
  • CATEGORIA Secondi Piatti
  • PORZIONI 4
  • TEMPO PREPARAZIONE 10 min
  • TEMPO COTTURA 20 min
  • TEMPO TOTALE 30 min
  • CUCINA Giapponese

Ingredienti:

  • 2 uova grandi
  • 20 ml di dashi 
  • 1 cucchiaino di salsa di soia 
  • 1 cucchiaino di mirin
  • daikon per accompagnare

Preparazione:

In una ciotola, versate le uova e sbattetele, fino a quando si saranno bene amalgamate. Unite il dashi, il mirin e la salsa di soia, freddi.

Preriscaldate la padella per tamagoyaki su fiamma medio-alta. Quindi, strofinate sulla superficie un tovagliolo di carta da cucina unto d’olio.

Versate un quarto dell’impasto nella padella, inclinandola, per distribuire l’uovo in uno strato uniforme. Una volta che il fondo della frittata si sarà rassodato (la superficie sarà ancora umida), create il primo rotolo, sollevando la padella stessa e favorendo l’arrotolamento, tramite movimento del polso.

Ripetete, fino a quando avrete effettivamente creato un rotolo (aiutatevi, se occorre, con una pinza da cucina).

Rimettete la padella sul fuoco e strofinatene la superficie non occupata dal rotolo (che dovrebbe trovarsi nel lato più lontano dal manico) con la carta da cucina unta di olio.

Unite un altro quarto di composto, sollevando con le bacchette il rotolo già formato, affinché l’aggiunta di liquido arrivi anche lì.

Proseguite nella cottura, fin quando il nuovo strato si sarà appena rappreso. A questo punto, inglobate il precedente. Ripetete le medesime operazioni già effettuate e fatelo anche con gli altri due quarti di composto.

Una volta pronto, trasferite il tamagoyaki su un piatto da portata; tagliatelo a fette e servitelo con ravanello daikon grattugiato.

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