5 motivi per amarlo. 5 motivi per dirgli addio…
Rapporti sì, rapporti… no. Ma cosa determina il carattere di una relazione? Quando è sana e quando, invece, può definirsi tossica? In genere, in quest’ultimo caso, chi direttamente coinvolto/a, con difficoltà riesce a rendersi conto di quanto gli accade e tende a dimenticare che il concetto di Amore poco o nulla ha a che vedere con la sensazione di ‘sbagliato’.
Si soffre, spesso in maniera gratuita, nutrendosi, magari, di sensi di colpa. Alimentandosi di non detti; di rivendicazioni lasciate morire dentro; di malumori coltivati, ad inasprire gli animi, nel profondo.
Cosa fare? Semplice: quando il livello di sofferenza supera quello in cui ci si sente ‘a posto’, allora è il caso di fermarsi e riflettere. Non si tratta di rispondere, per forza e necessariamente, all’idillio iniziale h24, e neppure di perseverare una passione, a tutti i costi travolgente. Con il trascorrere del tempo i legami cambiano. Assumono nuove connotazioni. Si evolvono, insomma. Ciò non di meno, sono tenuti a farsi portavoce di serenità, personale soddisfazione, benessere.
Altrimenti, meglio tagliar via. Ecco, dunque, 5 buone motivazioni per proseguire e cinque altre per porsi tutta una serie di domande. Una sorta di verifica sulla validità dell’Amore o sulla sua eventuale tossicità. Uno spunto di discussione, semmai, tra i partner, per confermare la strada intrapresa. Per incamminarsi – qualora occorra – verso un diverso itinerario.
I CINQUE PRESUPPOSTI SI
Fiducia
Indispensabile, quando si sta con qualcuno, non dover costantemente chiedersi cosa stia facendo l’altro/a, nel momento in cui non si è insieme. Ritrovarsi nell’esigenza di ‘controllo‘ è tra i primi segnali di malessere.
Rispetto
Accettare le opinioni di Lui o di Lei, anche se non condivise. Evitare di considerarsi migliori, in un confronto che non dovrebbe esistere e promuovere, invece, l’empatia. Questo è quanto. Né troppo, né troppo poco. In medio stat virtus, del resto. Ce lo insegnano anche i Latini.
Autonomia
Stare insieme significa anche – quasi per paradosso – non essere dipendenti l’uno/a dall’altro. Riuscire, insomma a stare bene anche da soli. Non bisogna cercare – in sintesi – qualcuno che ci completi, bensì una persona con la quale condividere l’esistenza.
Compromesso
A sentirla, non sembra una gran parola, eppure serve. Eccome. La capacità di tener conto anche delle esigenze di chi ci vive accanto, la presa d’atto che l’individualismo, in coppia, non vince fanno leva sulla propensione ad accettare le differenze. Limiti e difetti fanno parte del partner e anche di noi. Basta ricordarsene.
Privacy
Non si tratta, qui, di custodire segreti inenarrabili. Piuttosto, di difendere l’esigenza, più che legittima, di spazi propri, che coinvolgano anche altre frequentazioni. La coppia non funziona perché si è sempre e solo in due. Si sta bene quando ognuno riesce ad esprimere appieno se stesso, pur rimanendo vicini.
I CINQUE PRESUPPOSTI NO
Violenza
Inaccettabile, sia fisica sia verbale. Né, tanto meno, psicologica. E’ segno, da parte di chi la esercita, di forte insicurezza e va bloccata, immediatamente.
Solitudine
Si è creato il vuoto intorno, una sorta di cerchio nel quale non c’è più posto per nessun altro che per voi due? Mettetevi, nel caso, nell’ordine di idee di capire da cosa dipenda. Se la risposta trova sede in un atteggiamento morboso, è il caso di fare qualcosa.
Smarrimento
Compiacere l’altro/a nulla ha a che vedere con la perdita di se stessi. Ricordare ogni giorno quanto si vale significa avere qualcosa di prezioso da donare al proprio compagno/a. Si tratta di un valore irrinunciabile.
Simbiosi
Uniti sì, complici. E sia. Ma mai rinunciatari della propria individualità. Mai sottomessi. Stare con l’altro/a vuol dire star meglio che da soli. Tutto qui.
Sconforto
Sa chiaro, i momenti ‘no’ capitano e sono più che legittimi. Diverso è sentirsi costantemente impoveriti di se stessi, sminuiti, criticati. Perdere l’autostima è un danno e quando si cominciano a far troppo presenti, nelle discussioni, i termini giusto o sbagliato, in riferimento personale, forse allora è il caso di rivedere il percorso.
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