Caravelle Portoghesi: il fascino ipnotico del male

Caravelle Portoghesi: il fascino ipnotico del male

Lampedusa accogli tutto. Persino gli esemplari di Caravella Portoghese avvistati di recente dal personale dell’Area marina protetta delle isole Pelagie. Una prima segnalazione si era registrata circa 3 settimane prima, ma adesso la preoccupazione aumenta e a lanciare l’allarme è il Sindaco, Totò Martello: “Bisogna stare attenti… è pericolosa. I suoi tentacoli possono provocare conseguenze anche molto serie. Oltretutto, quando galleggia può essere confusa con una bottiglia di plastica o con una normale medusa“.

Dunque, nelle acque del Mediterraneo si aggira un celenterato marino di una specie particolarmente velenosa che, di solito, si trova nei grandi mari. E, proprio dalle acque dispersive dell’Oceano deve essersi avventurata fino in quelle, assi più contenute, del Mediterraneo attraverso, probabilmente, lo Stretto di Gibilterra.

Sia chiaro, non si tratta di una medusa, bensì di un sifonoforo, una specie coloniale in cui i componenti sono tutti collegati e dipendenti tra loro, ognuno – pensate – con una propria specializzazione. C’è chi è addetto a catturare l’eventuale preda a chi, perfino… a digerirla. Il nome – piuttosto romantico – si desume, come immaginabile, dalla forma, simile per molti aspetti a quella di una caravella con le vele spiegate. Del resto, anche in quanto a velocità non è da meno: 20 metri al minuto d una percorrenza che va dai 15 ai 28 km al giorno.

Una creatura affascinante, certo, resa temibile per le sue caratteristiche: è carnivora e, in taluni tipi di esemplari, non esiste antidoto per il suo veleno. Sull’uomo può provocare shock anafilattico; in certi casi financo la morte. Viene perciò raccomandato di non trattare il morso, al pari di quello di una comune medusa. 

Del caso si sta occupando pure l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che rilancia il monito all’attenzione: “E’ il secondo esemplare osservato e fotografato negli ultimi venti giorni dal personale dell’Area marina protetta, durante l’attività di monitoraggio in mare“, fa sapere tramite Facebook. “L’avvistamento è stato, quindi, segnalato tempestivamente ai ricercatori Ispra di Palermo. La “caravella portoghese” è una specie molto pericolosa, caratterizzata dalla presenza di una sacca galleggiante (pneumatoforo) e da tentacoli urticanti, lunghi anche decine di metri, il cui contatto può provocare danni molto seri“.

Di qui, la richiesta – rivolta a pescatori e non – non solo di massima circospezione ma anche, qualora se ne rinvenisse la presenza, di una documentazione, fotografica o video. Basterà, di seguito, inviare una semplice mail a: alien@isprambiente.it.

Fate attenzione – avverte intanto il sindaco di Lampedusa – se la avvistate non toccatela ed avvisate l’Amp delle Pelagie, chiamando il numero 0922.975780».

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