La rivoluzione della Cotoletta: a noi piace ‘sbagliata’

La rivoluzione della Cotoletta: a noi piace ‘sbagliata’

Errare humanum est… Ma perché intimorirsi. Gli errori, in fondo, servono a crescere e, allora, via alla sperimentazione che, in fondo, quanto è divertente pasticciare!

Per di più, ciò che in principio può assumere i connotati di errore, non è detto sia tale e, quando si tratta di sperimentazione in cucina, tutto è possibile. Gli esempi, a riguardo, sono infiniti. Si va dalla Tarte Tatin al Negroni sbagliato; dal risotto allo zafferano alla ganache di cioccolato, e così via. Ed, ora, a rifocillare la lista, arriva pure la cotoletta.

Dimenticate il più classico vitello. Qui protagonista è una fettina di maiale rigirata nel panko, la panatura tipica giapponese, ricoperta di mandorle a scaglie, aromatizzata all’arancia. Un piatto, opera di Matteo Stefani, che è in via di conquistare l’intera Europa. L’imprenditore, trentino di nascita e milanese di adozione, da luglio, con i ristoranti della sua micro-catena Anche ha iniziato a fare delivery, sdoganando l’inedita eccellenza. “L’idea è nata davvero per caso – spiega – quando il macellaio di fiducia dei ristoranti mi chiamò per chiedermi una mano a finire una partita in eccesso di braciole di maiale. Decisi di aiutarlo, mettendo in menù la sua ‘cotoletta sbagliata‘. Nel tempo, è diventata il nostro Signature dish e ora la esportiamo, sottovuoto, in tutto il Mondo“.

Di necessità virtù, la start-up è frutto dell’ingegno. Si è cercato – a fronte delle restrizioni dovute al lockdown – un metodo per tenere viva l’attività dei locali. Tre, in questo caso. Di qui, il format. Ed ora l’idea della cotoletta delivery si prepara a varcare i confini Nazionali.

In questo momento, siamo in grado di portare il nostro piatto, rigorosamente made in Milano, in tutti i Paesi Europei, entro le 48 ore, lasciando ai clienti che la ricevono la possibilità di consumarla, poi, entro i 4 giorni successivi“.

Merito del sottovuoto, che consente di prolungare la vita del prodotto, senza – tuttavia – alterarne il sapore. Nei primi mesi di lancio, circa 12.000 cotolette hanno fatto capolino sulle tavole di Italiani, Francesi, Portoghesi e Britannici, con una crescita più che raddoppiata, in soli 5 mesi. La carne – in sostanza – arriva a casa precotta e bastano 5 minuti di forno per renderla croccante, come appena cucinata.

Prossime destinazioni in preventivo, “gli USA e la Cina“, che l’Asia rimane sempre un mercato – per rimanere in tema – appetitoso. L’asticella è alta – l’obiettivo è raggiungere 3 milioni di euro di fatturato nel 2022 e 5 milioni di euro alla fine del 2024 – ma l’energia non manca: “Le cose si dipanano da sole, per chi non smette di cercare, di mettersi in gioco e in discussione“.

Ne è convinto, Stefani: “Abbiamo provato, fatto, sbagliato, cercato e poi il prodotto giusto ce l’avevo sotto gli occhi. Non era niente di nuovo. Era solo uno tra gli sbagli o, meglio, i rischi…” A dimostrazione del fatto che ‘chi non risica non rosica‘ o che, più banalmente, ‘la fortuna aiuta gli audaci’.

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