Il giro dei Toast… in 5 minuti di vera concentrazione

Il giro dei Toast… in 5 minuti di vera concentrazione

Dunque, toast, ma se la procedura rimane la medesima ovunque ci si sposti, gli abbinamenti, variano, per tradizioni ed usanze, di Paese in Paese…

Insieme ai fagioli rappresenta un classico, in occasione della colazione-brunch all’Inglese. Utilizzato, in alternativa a piatti evidentemente complessi, compagni del bacon fritto in padella, già alle prime luci dell’alba. L’esecuzione, del resto, è velocissima. Basta tostare il pane, riscaldare i legumi e cospargere la fetta appena abbrustolita, aspettando che il sugo la ammorbidisca. Mai provato con una spolverata, in aggiunta, di cheddar grattugiato?

Un piatto originario del Galles ma servito, attualmente, anche nelle brasserie del Nord della Francia, a Pas-de-Calais. Formaggio cheddar – originariamente veniva adoperato il Cheshire – lasciato sciogliere su una grossa fetta di pane grigliato – precedentemente farcito con prosciutto cotto – e infilato in forno. Nella versione tradizionale, il formaggio veniva fuso dentro un tegame, ripieno di birra in ebollizione. Welsh Rabbit, il nome, sinonimo di ‘contraffazione’, surrogato, in sostituzione di prodotti di miglior qualità. L’accezione è rimasta, storpiata – talvolta – in Welsh RarebitCaws-Wedi-Pobi.

In tempo di Guerra – sia pur ‘Fredda’ – tutto è lecito e, allora, anche l’associata che stiamo per proporvi ha fatto il suo: pane tostato, assembrato a prosciutto, uno o due fette di ananas, formaggio e una ciliegia. Il tutto viene, poi, ripassato in forno. Sempre meno assurdo della Pizza a base di ananas. Tipico, il sandwich in questione, della Germania e dei Paesi Europei ad essa limitrofi.

Interpretazione dolce per l’Olanda, per quella che prende l’assunto di grandinata, identificativa della cascata di briciole di cioccolato e zucchero, mangiate assieme al pane tostato e imburrato. Colpa, o merito, della Venz che, in concorrenza alla fabbrica di liquirizie Venco, nel 1920 brevettò gli hagelslag. Super rinomati, dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Lo presagisce la parola stessa: fettunta, vale adire un toast made in Italy, caratteristico della cucina Toscana, da non confondere con la classica bruschetta. Pane sciapo, alla base, abbrustolito e condito con aglio – ben sfregato sulla fetta – olio evo, sale e pepe. Riverbero di abitudini contadine, che insegnavano a saziarsi con poco. Ma che sapore! Un’accortezza: affinché risulti godibile, non cuocetela troppo a lungo. 

Brunch all’americana può significare, in certe occasioni, l’assemblaggio di fette di pan brioche, avvolte nell’uovo sbattuto, con aggiunta di latte, e poi fritte e cosparse di zucchero a velo. Quindi, condite con miele o sciroppo d’acero. L’allure suona moderna, ma l’origine è antica. Una preparazione assai simile veniva citata già da Apicio, intorno al IV-V secolo, sotto il nome generico di aliter dulcia. Tramandata nel Medioevo, il passaggio finale della frittura è frutto dello sbarco negli Stati Uniti, in cui la ricetta si è affermata.

Amalu: c’è chi lo chiama così, oppure o Amlou. E’ un toast, di derivazione marocchina, anch’esso dolce. Il pane viene prima tostato, poi spalmato con una crema locale, ottenuta da mandorle tostate, olio di argan e miele. Quindi chiuso con una seconda fetta. Volendo, lasciato aperto, lo si può cospargere con una manciata mandorle tostate, sminuzzate a lamelle.  

Il labneh – si pronuncia labaneh – è un tipo di yogurt bianco, realizzato con latte di pecora, vacca, occasionalmente con latte di capra, riconducibile alle cucine del Medio Oriente. In Armenia e nei Paesi confinanti come Libano, Israele e Siria, costituisce anche l’ingrediente principale di un toast, tra i più amati. La fetta, o le fette – giacché può essere gustato alla guisa di un panino – vengono tostate. Poi, cosparse del formaggio, ulteriormente condito con lo Za’atar, ossia una miscela di spezie – maggiorana, origano e timo – anch’essedi foggia mediorientale.

Originario del Guangzhou – dove è nato circa 100 anni fa – questo piatto è composto da triangoli di pane, rivestiti con una pasta, a base di trito gamberetti. Fritti, questi ultimi, dopo essere stati bagnati in un misto di battuto d’uovo, acqua e semi di sesamo. Haa do: il nome, Cantonese, della pietanza, semplicissima, eppure di grande effetto.

La Kaya è, invece, una crema spalmabile, a base di cocco, piuttosto diffusa tra Singapore e Malesia, tanto da rivelarsi protagonista di un toast, considerato un ‘classico’, presso questa parte del mondo. Alle due fette di pane tostato e, per l’appunto, alla farcia, possono aggiungersi altri ingredienti: zucchero, latte di cocco, burro. Servito, solitamente, con uova e caffè, ne esiste una versione in cui, al pane, si sostituiscono i crackers. Tutto lascia supporre sia nato in epoca coloniale, quando reperire gli ingredienti per i toast all’Inglese era decisamente difficoltoso. 

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