Dici Hamdam, ti rispondo incontriamoci
Riguardo a Tinder si sa già tutto o, almeno, se ne sa abbastanza, per rendersi conto che il Social si rivolge a chiunque, pur in cerca di una relazione, non intenda comunque assumersi eccessive responsabilità.
Sono in parecchi coloro, armati unicamente della voglia di divertirsi. Ma, badate bene, l’abitudine a saltellare da un partner all’altro rappresenta l’espressione di una libertà, che potremmo definire tipicamente ‘Occidentale’.
Come a voler significare che non dappertutto funziona così e, anzi, c’è chi procede, pur servendosi dei mezzi messi a disposizione dal Web, secondo un approccio più ‘serio’.
IN IRAN FUNZIONA COSI’
Un esempio fra tutti è l’Iran, dove è stata inventata addirittura un’app di Stato per gli incontri, che nulla ha a che vedere con le nostre consuetudini. Sviluppata dal Tebyan Cultural Institute, Organizzazione educativa legata al Governo di Teheran, Hamdam – questo il nome – si rivolge agli “scapoli, che cercano un matrimonio permanente e un singolo consorte“.
L’obiettivo è, dunque, quello di agevolare unioni “durature e consapevoli” tra i giovani, in una Società in cui, parimenti alla nostra, i divorzi aumentano, le nascite diminuiscono, l’aspettativa di vita continua a crescere.
INSIEME, PER SEMPRE
Non a caso, il termine con cui è stata codificata l’app significa, per l’appunto, compagno di vita. Ad ogni match, l’ipotetica coppia si incontrerà, non solo in presenza delle famiglie, ma anche di un consulente, insignito della responsabilità di accompagnare i futuri sposi, nel corso dei primi 4 anni di matrimonio.
Un vero successo. Del resto, registrarsi è assai semplice. Basta:
- verificare la propria identità
- superare un test psicologico
Va sottolineato, l’incontro potrà avvenire, unicamente tra persone di sesso opposto. L’omosessualità, lo ricordiamo, è ancora ritenuta illegale. La registrazione – di contro – non comporta alcun costo.
UNA SOCIETA’ CHE PROCEDE ANCORA MOLTO A RILENTO
E se, da queste parti, parlare di dating può sembrare banale, addirittura scontato, va ricordato che il concetto, traslato in Iran, rappresenta un enorme balzo in avanti, data la diffidenza nei confronti di un sistema di conoscenze, tuttora fortemente disapprovato – tranne quest’unica eccezione – dal Governo.
“La famiglia è il bersaglio del Diavolo e i nemici dell’Iran cercano di imporre le loro idee“, recita la propaganda. D’altronde, financo la poligamia, per quanto accettata, viene praticata raramente e, a livello sociale – al di là di ciò che si possa immaginare – è piuttosto malvista.
Si tende – piuttosto – ad un ideale di famiglia ‘sana’, in un Paese dove abitano 13 milioni di single, di età compresa tra i 18 e i 35 anni e in cui i rapporti sessuali prima delle nozze sono severamente vietati.
STRATAGEMMI DI GOVERNO
Pertanto, onde prevenire la deriva, ha preso di recente il via un disegno di legge che prevede contributi per chi decida di sposarsi, concedendo anche un alloggio alle coppie con più di 2 figli.
La legge, che dovrà essere approvata dal Consiglio dei Guardiani, per verificare che sia compatibile con la Costituzione Iraniana e il Diritto Islamico, è stata fortemente ed inevitabilmente osteggiata, da quante – donne – sono in battaglia per i propri diritti.
Di fatto, si avanza passin passino, sperando che la strada percorsa dalla tartaruga sia, se non altro, di maggior garanzia, rispetto ai passi che potrebbe compiere un elefante…
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