Implementiamo la casa con il Giardino d’inverno
Avete presente lo spazio poli-funzionale, atto ad ampliare gli ambienti domestici? Se inizialmente era stato concepito in termini di ‘aggiunta’ alla casa, oggi rappresenta la dimensione ideale (coperta) per vivere l’esterno, come fosse un interno. Non solo. E’ il luogo, per antonomasia, di intersezione e interazione. Separa ma non divide, non chiudendo le sezioni dell’abitazione con cui interagisce.
Fin qui, a livello generico. Ma quello di cui vi vogliamo raccontare, per l’occasione, è una creazione del tutto particolare. Il progetto, rintracciabile in quel di Caulfield, in Australia, prende il nome di Conservatory Adaptation e si pone come effige di una tendenza che sta prendendo, via via, sempre più piede, anche in Italia.
Il lavoro – meticolosamente svolto – porta la firma dello studio, anch’esso australiano, Architecture Associates, che ha avuto l’intuizione e il merito di mantenere e ridefinire l’area di cui sopra, sottolineandone il senso profondo. Se il contemporary living prevede e si nutre di libertà, di ampie zone tuttofare, occorre una linea di demarcazione tra le stanze. Così, le idee hanno voluto indirizzarsi verso inediti modi di interpretarle.
Gli accenti, tesi all’oggi, finiscono, in tal maniera, per confluire ed integrarsi ai meno recenti, per un habitat che riconduce i giorni di ieri al presente, in uno spazio multistrato, testimonianza di storie, stanziabili su due punti diversi della linea del tempo.
Dunque, le piastrelle, firmate Villeroy & Boch, non sono state cambiate, nell’intenzione di mantenerne il valore aggiunto, vale a dire l’interessante traccia blu, che regala allo spazio un senso di freschezza. Non solo, lo Studio ha inteso valorizzare ulteriormente il dettaglio, realizzando una tavolozza finale, ispirata al passato, eppure appropriata per una visione tenacemente attuale. Al blu, sono state abbinate le tonalità del legno, in perfetta sintonia con lo spirito dell’architettura, dal gusto vittoriano.
Un pezzo di falegnameria, quello installato nel giardino d’Inverno, di 13 metri. Ospitando una cucina e un magazzino, la metratura include anche elementi funzionali di supporto per quel che gli si pone attorno. Finisce, insomma, per assumere le valenze di superficie ‘attiva’. Il grande oggetto si apre e si chiude e plasma quanto lo abita, a seconda della disponibilità ad accogliere.
Da area di ritrovo diventa, insomma, cineforum privilegiato, presso cui godersi un film; oppure, all’occorrenza, assume i tratti di galleria, impareggiabile custode di preziosi pezzi d’arte moderna. E, un passo dopo l’altro, si fa cuore pulsante, non solo delle mura, ma anche e soprattutto dell’anima di chi vi risiede.
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