Seduttori, veri illusionisti di parole. Ecco l’istantanea dei bugiardi

Seduttori, veri illusionisti di parole. Ecco l’istantanea dei bugiardi

Rammentate la famosa serie, protagonista Tim Roth: Lie to Me?

Ebbene, ci insegnava, grosso modo, come individuare i segnali che il corpo invia, quando decide di mentire. Dunque, a discapito della situazione, se mani, occhi, pelle… sono in grado di parlare, non è poi così difficile riconoscere un mentitore. E di bugiardi, in giro, ce ne sono. Patologici, cronici… abili nel racconatre menzogne, al punto tale da farne uno stile di vita.

Dunque, questi mitomani della bugia è meglio smascherali subito, prima che prendano, nostro e, talvolta, anche loro malgrado, a rovinarci l’esistenza.

Alla base di qualsiasi tipo di rapporto, del resto, dall’amicizia alle relazioni di coppia, risiede l’onestà. Se quest’ultima viene a mancare, anche il legame di fiducia e stima gli fanno seguito. E rischiano di venire compromesse persino le relazioni successive, su cui si ripercuote il malvissuto del momento.

I motivi che portano le persone a dire bugie sono differenti“, spiegano gli esperti. “Sin da bambini, dai 4 anni di vita, s’impara a mentire per evitare la punizione, ma anche per necessità di sentirsi approvati dagli altri. Quando si cresce e si diventa adulti, le cause cambiano. Le motivazioni principali che spingono a raccontare menzogne? Per difesa, ad esempio. Quando ci si vuole proteggere da possibili conseguenze negative. C’è anche la vendetta e, in questo caso, chi mente desidera provocare un danno all’altro. Si dicono bugie, anche per non deludere qualcuno a cui teniamo o per sentirsi superiori, mossi dal desiderio di controllo e di potere. Infine, si agisce per necessità di attenzione. In questo caso, si è molto insicuri e raccontando falsità ci si sente migliori, dal punto di vista relazionale e sociale“.

C’è un momento – tuttavia – in cui il comportamento, prima o poi comune a molti, assume sembianze patologiche. In tal caso, “la persona inizia a costruire una realtà, totalmente inventata. Il bugiardo seriale non vuole imbrogliare gli altri. Mente, perché desidera mostrare una vita emozionante, ricca di colpi di scena. E, visto che dire bugie diventa un’abitudine, spesso non riesce più a riconoscere il confine tra realtà e fantasia. Inoltre, chi soffre della malattia delle bugie è dotato di scarsa empatia. Quindi, difficilmente proverà sensi di colpa nei confronti delle persone a cui ha raccontato… altro“.

Volendo tracciare una sorta di Identikit del ‘nostro’, potremmo definirlo come “una persona profondamente insicura. Attraverso le bugie, nasconde le proprie vulnerabilità e fragilità. Mostra agli altri un falso sé, grandioso. Tende, inoltre, a manipolare chi lo circonda. Per evitare – in pratica – crolli depressivi crea fantasie in cui si protegge. Va fatta, comunque, una distinzione tra chi mente in modo compulsivo e chi lo fa in maniera patologica“.

Il primo non segue uno specifico obiettivo. La bugia, insomma, assume i connotati di una nuova realtà; una consolidata abitudine. E, in genere, non tende a manipolare. Diversamente, l’altro mente opinatamente, al fine di ottenere una ricompensa. E, nel far ciò, non mostra alcuna considerazione o riguardo, in relazione al prossimo.

Ecco, allora, che imparare a decifrare gli indizi che vanno al di là delle parole diventa indispensabile. Chi racconta falsità, ad esempio, tende a non mostrare il proprio sguardo. Inoltre, sbatte le palpebre più frequentemente e potrebbe incrociare le braccia, attuare un certo distanziamento, sudare maggiormente e gesticolare più velocemente con le mani.

Troppi pochi elementi? Ecco, di seguito, un breve Vademecum. Armatevi di lente e indossate i panni di Sherlock Holmes. Sarà di certo più semplice fare i conti con chi vi sta di fronte:

  • Tende ad alzare il tono di voce. In questo modo rimarca ciò che sta dicendo, affermando la sua autorità.
  • Aggiunge dettagli superflui alla storia. In tal maniera, spera di rendere il racconto ancora più reale.
  • C’è dissonanza tra ciò che dice e ciò che il corpo manifesta. Ad esempio, potrebbe raccontare un fatto, facendo un lieve cenno di diniego con il capo.
  • Si mette sulla difensiva, reagendo con rabbia. Le persone che sanno di dire la verità si offendono, semplicemente. Al contrario, chi mente tende a perdere le staffe.
  • Prova a cambiare argomento. Il bugiardo sarà ben felice di modificare il tema della conversazione. Diversamente, chi è sincero si sentirà imbarazzato o confuso.
  • E’ probabile che inizi a sudare. Alcune persone, nel momento in cui mentono, tendono a sudare di più. A questo dato bisogna, tuttavia, prestare molta attenzione.
  • Detesta ripetere. Chi dice falsità non sopporta ribadire le cose, perciò cercherà di evitarlo. Se viene incalzato, è bene osservare il modo in cui reagisce. Se lo sguardo è assente; se evita il contatto o se i movimenti di braccia e gambe si fanno più rapidi.
  • Non ama il confronto diretto. Tende, quindi, a raccontare la bugia ricorrendo più a messaggi scritti o audio. Un ulteriore escamotage per prendere tempo.

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