Il progetto Orygin e la sua missione… bottiglie in fondo al mar
Tempo di vendemmia? Forse… Lo ammettiamo, non siamo esperti nel settore. Eppure, la notizia non ci lascia ugualmente indifferenti. Ci sorprende, in parte e ci diverte, sintomatico avvenimento di come cambia il mondo, attraverso gesti, apparentemente insignificanti ma, non di meno, rivoluzionari.
Insomma, colpa del global warming o delle temperature incandescenti, di fatto, si fa sempre più ricorrente, nell’universo vinicolo, la ricerca di luoghi inusuali per l’affinamento delle bottiglie.
L’ambiente sottomarino – a quanto pare – non è una novità, ma è di certo l’opportunità, per le coltivazioni dell’Etna, di scendere ad una profondità di circa 50 metri, nell’area marina protetta dell’Isola dei Ciclopi, nel comune di Aci Castello.
2000 bottiglie – per essere precisi – di Etna Doc Rosso ed Etna Doc Bianco, appartenenti a due aziende etnee, immerse negli abissi. A queste, si aggiungerà un gin – circa 200 bottiglie – anch’esso prodotto nell’areale vulcanico.
Lo screening – sperimentale – trae le mosse dalla start-up innovativa Orygini, fondata da tre giovani intraprendenti, che hanno finanziato il progetto, in collaborazione con l’Università degli studi di Catania.
Sebbene non si tratti del primo esperimento in tal senso – l’affinamento sottomarino è una tecnica, secondo chi se ne intende, abbastanza ricorrente – il progetto in esame punta ad obiettivi inediti. Lo studio – ad esempio – dell’evoluzione dei vini durante – e non dopo – la permanenza sott’acqua, per mezzo dell’analisi di campioni prelevati da sommozzatori specializzati, che scenderanno nelle profondità del mare, mese dopo mese.
Le attuali osservazioni, del resto, sono per lo più basate sull’analisi chimica, pre e post immersione. Né risultano, ad oggi, pubblicazioni scientifiche divulgate sugli effetti dell’affinamento sottomarino, nel suo divenire.
Secondo il protocollo, le bottiglie saranno collocate in gabbie metalliche create ad hoc e lì rimarranno, per circa sei mesi. Parallelamente, procederanno le analisi su campioni soggetti al processo di cantinamento tradizionale, in terra ferma.
“La mappatura completa permetterà di capire in che maniera la pressione, il buio totale, l’assenza di suoni, la temperatura costante, l’assenza di rumore cambiano il vino. Saranno monitorati 14 diversi parametri, tra vini rossi e bianchi. Per ognuno di essi si analizzerà la variazione – nel tempo – dei vini immersi e delle bottiglie gemelle, in affinamento tradizionale. In questo modo si otterrà uno studio scientifico, che metterà in evidenza gli effetti specifici delle profondità marine sul vino“.
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