Da KOKS, dove si servono muskox ed ippoglosso…

Per la serie ‘più al Nord di così non si può‘, si chiama KOKS ed è il ristorante stellato più all’estremo del mondo. Con sede, inizialmente, presso le isole Faroe, si è – difatti – dopo due stagioni, trasferito in Groenlandia e, tuttora, mantiene intatte le sue due stelle Michelin.

Non c’è che dire. A nobilitare il menù, pelle di balena e poi c’è un uccello artico, la cui intera ala, piume comprese, viene presentata, come fosse un fingerfood.

“Cerchiamo di concentrarci su quanti più prodotti groenlandesi possibile“, fanno sapere dalle cucine. Ci si trova, insomma, di tutto: “dall’ippoglosso ai granchi di neve, dal muskox – grande mammifero artico – alla pernice bianca, diverse erbe, bacche…“. Parola, direttamente, di chef Poul Andrias Ziska, colui che, in pratica, presiede le retrovie.

Della pernice bianca – spiega – ne “cuciniamo il petto, alla griglia e poi lo serviamo con l’osso, insieme a funghi e grasso di renna, stagionato. Poi, abbiamo una salsa, fatta con le diverse bacche che l’uccello mangia. E lo serviamo come un unico boccone“.

Sperimentazioni, che fanno eco allo spettacolo tutt’attorno. Se – del resto – il cibo è singolare, non da meno risulta la location. Un caseggiato – per intenderci – interamente in legno, datato XVIII secolo, edificato presso un villaggio costiero, accessibile unicamente in barca o in elicottero; interamente circondato da iceberg.

In sintesi, la gestione ha deciso di cambiare le cose e, invece di un trasloco temporaneo, si è pensato di risparmiare, ideando qualcosa di completamente diverso. Un azzardo, forse. L’ennesimo, a pensarci bene. D’altronde, da queste parti tutto è radicale; così, ci si allinea.

Si investe nei personali progetti, si rischia, si fatica, ci si diverte e si guadagna… in fama, in notorietà; se tutto va bene, persino in denaro.

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