Vademecum di una frangia illimitata…

Vademecum di una frangia illimitata…

C’è quella leggera; quella ad arco, più compatta e piena. Poi, la classica, a tendina; dritta e sfilata, oppure riccia, secondo la più recente tendenza. C’è chi la preferisce corta e bombata; chi la porta scalata e spettinata; chi, ancora, declinata in ciuffi laterali, a contornare il volto.

Si fa presto, insomma, a dire frangia. Di stili e tipologie ne esistono in quantità illimitate, adatte, oltretutto, ad ogni età e ad agni struttura di capello. Tuttavia, al di là, pure, delle geometrie del volto, mai come questa stagione non c’è taglio che, non sia, in qualche modo, coinvolto nella discussione o, quanto meno, influenzato.

Così, sono interessate le chiome ricce, che ricadono corte, definite, voluminose sulla fronte, magari dando forma ad un mullet a uno shag, considerati, tra l’altro, i look del momento. Ebbene, che la lettura sia estrema, oppure soft, non possono prescindere da una frangia piena, più o meno lunga, in genere più corta al centro, per conferire maggior volume alle radici.

Dritta ma sfilata – per restare in argomento – dona dolcezza a chi la indossa,, ringiovanisce e aiuta a ridefinire i volumi, un po’ come la versione più grafica, ad arco, alleggerita, tuttavia, grazie alle diverse lunghezze.

Menzione d’onore, poi, per la versione a tendina. Qui, il volume si riduce, mentre l’andamento, lungo le tempie, si mantiene graduale. Stile, che si consacra, più smaccatamente, con i ciuffi che sfiorano la mandibola, ottimi, per rinnovare il proprio aspetto, senza eccesso di traumi.

In ogni caso e travalicando anche la scelta o, piuttosto, partendo proprio da questa, sarà importante, se non addirittura necessario, tener conto di ciò che riporta lo specchio. Il viso tondo – ad esempio – adora le scalature. Al contrario, un ovale allungato e/o con una fronte particolarmente alta, apprezzerà una frangia dritta e piena e così via, tenendo a mente che linee orizzontali e verticali vanno bilanciate, come in gioco delle parti e l’obiettivo, come sempre, rimane la ricerca dell’armonia, anche quando si tratta ‘solamente’ – si fa per dire – della testa.

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