Quando Dio creò l’uomo e poi… lo salutò

Quando Dio creò l’uomo e poi… lo salutò

Anche le stelle cadono; anche i ricchi piangono; anche gli ‘animali da palcoscenico’ tramontano… Tant’è, Placido Domingo, incontrastata icona della lirica, capace di riempire stadi e teatri è, come dire, scivolato; ma veniamo ai fatti.

Giovedì, per il gala in suo onore, all’Arena di Verona erano presenti 10 mila spettatori, con un botteghino pronto a fare il bis, rispetto ai guadagni incassati tre anni fa, quando la sua presenza, sul palco, aveva fruttato ben 933.825 euro, il secondo migliore introito di sempre, in Arena.

Ebbene, il tempo scorre e le cose cambiano, anche in quel di Verona dove, evidentemente, al momento, tira una brutta aria. Sul finire della Turandot, proprio nel punto in cui il nostro era solito sferrare il suo colpo migliore e poi il giorno seguente quando, per l’occasione, ha affrontato il palco come direttore, gli orchestrali, in segno di protesta, hanno rifiutato di alzarsi per gli applausi. Non è piaciuto, evidentemente, nell’inedita veste e neppure ha convinto, nel suo ruolo consueto di cantante.

Il fu-tenorissimo tanto poté (irritare), da far partire (in suo sfavore) la richiesta, da parte dei sindacati, di annullare il gala 2023 organizzato in suo onore. Altrettanto, le associazioni femministe, atte a reclamare l’integrità della persona.

Rivendicazioni, dovute nei confronti di colui che non è solamente un 81enne dagli accenti particolarmente vitali, ma rappresenta, anche, l’emblema dell’ingordigia di un talento nato tenore; fattosi, poi, baritono; quindi, elevatosi a direttore d’orchestra, con la responsabilità, peraltro, sui teatri di Washington e Los Angeles. Un uomo, insomma, di potere.

E proprio questo pare sia il punto. Non gli si perdonano, ad oggi, la brama di possesso, l’onnipresenza, le invasioni di campo… laddove l’invidia sa rendersi protagonista, a più riprese. Per non parlare, poi, degli atteggiamenti galanti, nei riguardi delle sue colleghe donne. Debolezze, che gli sono costate, a suo tempo, l’allontanamento dai teatri statunitensi, brulicanti di #metoo. Per di più, pare sia stato individuato, di recente, tra i clienti di un giro di prostituzione argentino. Nulla di illegale, lì la legge lo consente, ma tant’è.

Anche gli affari personali e/o di coppia diventano questione generale, dunque, se servono a scardinare definitivamente una carriera brillante, almeno fino a questo punto. L’errore, forse o sommo peccato dell’artista sta proprio qui, nel non aver chiuso al momento debito. Nel non essersi arreso, non aver ceduto all’eterna lotta Eva contro Eva, in cui chi arriva per ultimo ha la meglio e poco importa quel che c’è stato prima. “Morto il Re, viva il Re!” e si ricomincia, in un circolo che si ripete, ogni volta e difficilmente sorprende, sempre uguale e ase stesso; sempre irrimediabilmente coerente e amaramente prevedibile.

LEGGI LE ALTRE NEWS CHE RIGUARDANO LE CELEBRITA’

LEGGI ANCHE: Katia Ricciarelli… la ‘gattina’ travestita da pantera