Tuffiamoci, in un ‘brodo di giuggiole’

Tuffiamoci, in un ‘brodo di giuggiole’

Andare ‘in brodo di giuggiole‘, si diceva un tempo, per esplicare una sensazione di piena felicità. Già, ma cosa sono, poi, queste giuggiole? Per chi non lo sapesse, trattasi del frutto di un alberello – non supera, in altezza, i 12 metri, nella migliore delle ipotesi – originario delle regioni asiatiche: il Dattero Cinese, per l’appunto, oggi diffuso anche nelle aree meridionali d’Europa e degli Stati Uniti.

Produce, quest’ultimo, una serie di drupe eduli, poco più piccole delle albicocche, leggermente ovali e con una buccia sottile e liscia, dalla tonalità marrone-bruno, che tende al rosso, in fase di maturazione. La polpa, dal canto suo, è biancastra, dalla consistenza compatta, talvolta farinosa. Tant’è, il sapore, dolce e leggermente acidulo, molto ricorda quello delle mele verdi o acerbe.

Mai assaggiate? Ebbene, sappiate, allora, che vanno consumate fresche, appena dopo la raccolta o, in alternativa, candite o essiccate. Ottime, peraltro, come ingrediente per sciroppi, confetture, caramelle e infusi o nella farcitura di torte e biscotti.

Conservate anche sotto spirito le si adopera, volendo, per il famoso ‘brodo’, noto liquore, risultato della macerazione in alcol dei frutti in questione. 

Quanti pregi queste giuggiole…

Una pianta, dall’animo vetusto. Viene coltivata da oltre 4000 anni, ai fini della commercializzazione dei suoi prodotti, che trovano impiego sia nel settore alimentare, sia come rimedio naturale, nelle medicine tradizionali.   

Il profilo nutrizionale, d’altronde, è paragonabile a quello dei fichi e dei datteri. Ricche di zuccheri, rappresentano – pure – una fonte di vitamina C, pro vitamina A e vitamine del gruppo B. Forniscono, tra l’altro, all’organismo un gran numero di preziosi minerali: ferro, calcio, fosforo e manganese e, nella polpa, sono contenuti acidi triterpenici e saponosidi.

Per tradizione, dunque, gli si riconoscono proprietà emollienti, antisettiche, antinfiammatorie e antispastiche e vengono impiegate – come se non bastasse – per garantire il buon funzionamento del fegato e dell’apparato gastrointestinale, oltre che di quello urinario, respiratorio e cardiovascolare.

Nella forma essiccata, appartengono al ricettario di collutori e pastiglie analgesiche, antisettiche ed espettoranti, per il trattamento di affezioni della bocca, faringiti, bronchiti, tosse e mal di gola. Ancora, leniscono stanchezza, stress, inappetenza… rappresentano una sana panacea, come d’usanza in Cina, all’ansia e all’insonnia.

La polpa, infine, costituisce spesso parte di un preparato, cicatrizzante e lenitivo, da applicare sulle ferite, per velocizzarne la guarigione.

Accennando ai valori nutrizionali…

fresche, apportano 79 calorie e contengono circa 20 gr di carboidrati e 1 gr di proteine, ogni hg. Essiccate, diversamente, si spingono fino a 287 calorie, con 74 gr di carboidrati e 4 gr di proteine, sempre in riferimento alla medesima quantità di prodotto.

In fatto di curiosità…

Va detto che la Zizyphus jujuba – nome originale – appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae, la stessa della frangola e della Cascara. La pianta, tipica della zone asiatiche, predilige climi caldi e asciutti. Non è, tuttavia, raro trovare alberi di Giuggiolo anche da noi, poiché la specie è, attualmente, ampiamente coltivata e utilizzata, anche a scopo ornamentale. L’arbusto, del resto, dai rami spinosi, le foglie lanceolate e decidue e i fiori gialli, che si aprono in primavera è ricco di fascino, fonte di gioia, anche solo per chi lo osserva…

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