Kanelbullar: c’è chi proprio non sa farne a meno…

Kanelbullar: c’è chi proprio non sa farne a meno…

Conoscete le bagerier? Le panetterie, che farciscono capillarmente ogni sobborgo di Stoccolma? Ebbene, sappiate che, prima dell’avvento del XX secolo, in Svezia, il pane era tutta un’altra cosa…

C’erano, certo, i panini morbidi allo zucchero ma, eccessivamente dispendiosi, venivano considerati un lusso. Parallelamente all’approdo, nel Paese, della cannella, ecco che la spezia neo-introdotta cominciò a venire combinata con farina di frumento, zucchero, burro e altre sostanze, tra cui il cardamomo. Ed ecco, negli anni Venti, far la sua comparsa il kanelbullar, che trovò massimo respiro allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Pane, a dire il vero, frettolosamente arrotolato, in cui l’introduzione della cannella tra gli ingredienti si rivelò un ingegnoso stratagemma, affinché anche i bambini fossero incuriositi dall’amalgama.

POVERO POVERO… MA QUANTO E’ BUONO!

Semplice, secondo tradizione e di origine povera, il prodotto nacque, in pratica, per sfruttare al meglio quanto si possedeva in dispensa. Al di là, pure, dei benefici nutrizionali. Neppure troppi anni or sono, il quotidiano Dagens Nyheter esibiva un’inchiesta a favore del preparato, in cui si evidenziava come ‘quel fatidico’ mezzo cucchiaino al dì, riducesse sensibilmente il livello di zucchero nel sangue. E a chi, di voce contraria, criticava il dossier, asserendo la presenza, nell’impasto, di cumarina – un principio attivo dannoso per il fegato – si ribatteva che un consumo moderato non avrebbe fatto alcun che.

A seguire, dalle congiunte proprietà anti infiammatorie e antibatteriche del cardamomo, sarebbe nata la versione alternativa, priva di cannella, immediatamente di successo. Dunque, in autunno, tra i rimedi della nonna per contravvenire alle influenze stagionali, si conta anche il dolce in questione.

Stando, poi, ai dati governativi, ogni cittadino consuma in media, all’anno, 230 kanelbullar. Consumo, che trova come punto d’appoggio anche la fika, vale a dire la pausa caffè, sorta di rituale che ha il sapore, ormai, di istituzione.

Rispetto, tuttavia, al 1990, il prezzo medio sarebbe aumentato del 72%. Circa due euro e mezzo, per un dolcetto del peso di 88 gr.

Ad ogni modo, l’ostacolo economico non ne ha frenato la popolarità e, nel 1999, il Ministero degli Interni ha deciso di predisporre il Kanelbullens dag, vera e propria ricorrenza Nazionale. Celebrazione che, puntualmente, avviene di 4 ottobre di ogni anno, sommo tributo, pure, al genio di Kaeth Gard Norderstedt, responsabile della famosa forma circolare.

Un modo, in egual maniera, per evitare l’accavallamento con altre Feste del periodo, come quella, tanto per dirne una, dedicata ai gamberetti. Non di meno, la si considera la Giornata Internazionale dei Bambini, implicitamente attribuita alla famiglia, in segno di rispetto e solidarietà verso un principio perennemente valido.

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