Venere presenta… l’Italia!
“La Venere di Botticelli vestita da ciclista, con la scritta Open to meraviglia: un paradosso. Ma la pubblicità all’Italia la fanno le opere d’arte, senza bisogno di travestirle…”. Lo ha ribadito, di recente, Vittorio Sgarbi, intemperante come sempre ma fine conoscitore – questo è innegabile – di quel che riguarda Arte e affini.
Oggetto della discussione che vede coinvolto, tra gli altri, il Sottosegretario alla Cultura del governo Meloni è la campagna Internazionale di promozione turistica, messa a punto dal Ministero delegato – guidato da Daniela Santanché ed Enit – con protagonista proprio la Venere di Botticelli, ritratta in ambientazioni differenti e in abiti moderni, tra le location più suggestive del Belpaese.
Troppo, evidentemente. Così, l’iniziativa è stata bocciata senza appello. L’idea, generata dal gruppo Armando Testa e presentata giovedì in conferenza stampa dalla ministra del Turismo, ha trovato il sostegno, pure, del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, del ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi e dell’amministratrice delegata dell’Enit, Ivana Jelinic. Pronti, tutti, a credere nell’idea e a finanziarla.
“Giacché la Venere è nuda, sarebbe stato meglio vederla così, senza bisogno di travestirla in quel modo, E’ una roba da Ferragni“, ha tuonato il critico, sottolineando che “anche così, funziona lo stesso. Lo ha deciso un grafico e io non voglio contraddire troppo i miei colleghi. Ma, sul piano della lingua, la contraddizione è, invece, loro. Open to meraviglia? Che roba è? Che lingua è?“.
“Sul piano dell’immagine – ha proseguito Sgarbi – sarebbe stato meglio farla vedere nuda, che vestita da ciclista. Ma è una soluzione scelta da un creativo e io non credo che vadano difesi i diritti di un’immagine senza poterli alterare, se sono stati comprati. Penso solo che, a volte, ciò che di meglio si può fare è non fare niente“.
La bellezza firmata Botticelli, dunque, nelle vesti di influencer tout cout, con tanto di profilo Instagram (venereitalia23) personale. Un investimento che vale nove milioni di euro. Che poi la trovata, benché contraddittoria, sia più o meno azzeccata, resta tutto da verificare…
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