Non sarai una Signora, Alba, ma a noi vai bene così!

Non sarai una Signora, Alba, ma a noi vai bene così!

Non sono una Signora… e questo, via via, ce lo hai un po’ fatto capire, cara Alba. Abbiamo compreso che, in fondo, ti piace proprio così. Proporti, cioè, come una fuori dalle regole, poco inquadrabile, ma ricca dei suoi valori, comunque: intelligente, ironica, arguta… e tanto, tanto altro. Ci siamo affezionati persino, nel tempo, a quel che ti riesce meno e che sei convinta, in ogni caso, di voler mostrare di te, come ballare e cantare, per esempio.

Tant’è, sarà amore? Fatto sta che ci scoccia vederci costretti a rinunciare ad uno spazio, sia pure compreso di qualche serata, da poter condividere insieme. Così è, appunto, per la trasmissione che, nello stretto, ti riguarda e della quale, già sul finire dello scorso anno, ti saresti dovuta trovare al timone.

Dura lex sed lex, gli accadimenti, d’altra parte, parlano chiaro e raccontano di puntate registrate, come di dovere,in quel di ottobre, ma mai trasmesse – almeno fino a questo momento. Si era partiti da una messa in onda, prevista per il 7 novembre, poi slittata a dicembre. Poi, ancora a febbraio, in coda al Festival di Sanremo. Infine, si è giunti al mese di maggio ma, tuttora, nei palinsesti non vi è traccia. 5 puntate divenute, oramai, il fantasma di se stesse e che, probabilmente, subiranno un ulteriore slittamento, se non, addirittura, la cancellazione definitiva.

Peccato, viene da pensare, poiché alla Signora Parietti la verve di certo non manca; né l’entusiasmo. E’ da tanto che chiede di condurre una ‘creatura’ tutta sua… e invece, come una sorta di sinistro sortilegio… anche in questa occasione, qualcosa sembra andare storto.

Peccato, pure, visto l’argomento, che vedeva a protagonista, in qualche modo, la comunità LGBTQ+. Che sia questo il problema? Sussurra qualche maligno.

Il format, dal canto suo, coglie l’eredità dal modello preesistente, olandese, già perfettamente rodato. Make Up Your Mind prevede che, in ogni appuntamento, cinque volti noti del mondo dello spettacolo sfilino nei panni di drag queen, senza poter aprir bocca. Sarà, quindi, la conduttrice a fornire, di volta in volta, gli indizi, affinché la giuria indovini chi si celi sotto gli eccentrici costumi. Durante il secondo round, le protagoniste rimaste in gara si sfideranno a colpi di lip-sync. La giuria voterà la performance migliore e la peggiore finché, durante la finale, verrà decretato il vincitore e solo allora il prescelto potrà rivelare la propria identità.

Nulla di nuovo, insomma, che non si conosca già o a cui non si sia già preparati, eppure…

Ad occupare la cattedra di giurati, in previsione, Vanessa Van Cartier, vincitrice della seconda edizione di Drag Race Holland e, al suo fianco, Sabrina Salerno, il campione di nuoto Filppo Magnini, Cristina D’Avena. Le aspiranti drag? Volti, di certo, non meno noti: Sergio Muniz, Andreas Muller, Rocco Siffredi, Lorenzo Amoruso Patrizio Rispo.

Ed è proprio la drag belga a lanciare una frecciatina all’Azienda di Stato: “Una politica che, nel 2023, non vuole mandare in onda un programma sulle drag queens!“. Difficile non cogliere il riferimento per un esperimento che, in fin dei conti, sarebbe stato appena un po’ audace. Ancora più difficile non rimanerci male per te, Alba cara. Un’occasione mancata, anche in questo caso, a fronte di un palinsesto con sempre meno proposte e sulla strada della chiusura stagionale… Tu, le zone d’ombra, sai colmarle alla grande, lo hai dimostrato in più frangenti, ma c’è chi si ostina a volerti solo e soltanto come ospite.

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