Scarface: una storia, lunga quasi un secolo…

Scarface: una storia, lunga quasi un secolo…

Era il 1983, quando Brian De Palma riproponeva la sua visione di Scarface, remake – per l’appunto – dell’omonimo film datato1932 e diretto da Howard Hawks, a pieno titolo riconosciuto come un cult senza tempo.

La versione che potremmo definire ‘più giovane’, sceneggiata da Oliver Stone, si svolge a Miami, negli anni ’80, protagonista l’esule cubano Tony Montana, interpretato da un superbo Al Pacino.

LA TRAMA

Il profugo, sbarcato in Florida, riesce ad edificare un vero e proprio impero, grazie al commercio di stupefacenti. Dopo essersi sbarazzato del boss Frank Lopez (Robert Loggia) e averne sposato la compagna Elvira (Michelle Pfeiffer), il criminale finisce, però, nel mirino dell’Fbi. Sopraffatto dalla morbosa gelosia per la sorella Gina (Mary Elizabeth Mastrantonio) e dalla dipendenza dalla cocaina, sarà giustiziato, direttamente nella sua villa, dall’esercito del narcotrafficante boliviano Sosa (Paul Shenar).

UN CULT…

…la sequenza finale, in cui Montana, strafatto di cocaina e con un fucile d’assalto M16 tra le braccia, viene colpito da una raffica di proiettili, sfonda la balconata e finisce in piscina. Il senso del ritmo, del resto, caratterizza l’intera pellicola, insieme alla suspense e ai numerosi momenti spettacolari.

Criticato per l’eccessiva violenza, si tratta – in realtà – di una parabola sul potere che, magistralmente girata, non poteva che riscuotere, suo malgrado, il successo che gli era dovuto. Ottima, di conseguenza, anche la performance al botteghino. Costato 25 milioni di dollari, il film ne ha incassati 66.

VIAGGIO ATTRAVERSO LE CURIOSITA’…

  • Iniziamo dalla palazzina del celebre anello della motosega che, oggi, è una farmacia. Ma non è l’unica. Non tutti sanno, ad esempio, che Al Pacino recitò, a suo tempo, una sola battuta nella scrittura di Cervantes, nonostante il personaggio che interpretava fosse di lingua madre spagnola. Tuttavia, per riuscire a svolgere al meglio il ruolo affidatogli, chiese al direttore della fotografia John A. Alonzo di parlargli solo secondo le sue origini.
  • Ancora: venne adoperato latte in polvere, al posto della cocaina. Inalazione, che ha provocato non pochi grattacapi all’attore: “Per anni ho avuto problemi. Non so cosa sia successo al mio naso, ma è cambiato… “. Eppure… leggenda vuole che, per meglio immedesimarsi nella parte, abbia realmente sniffato droga, durante le riprese.
  • Dipendente, invece, dagli stupefacenti era Oliver Stone che, in fase di messa a punto della sceneggiatura, trascorse un periodo a Miami, affinché la scrittura riuscisse il più veritiera possibile. Ebbene, il futuro regista di Platoon, per disintossicarsi, fu costretto ad abbandonare gli Stati Uniti: “Mi trasferii a Parigi e uscii dal mondo della cocaina, perché quello era uno dei miei problemi“, ha raccontato poi. “In Francia, ho cominciato a vedere le cose diversamente e ho riscritto la sceneggiatura, da persona sobria e lucida“.
  • Tra gli estimatori del film, spicca il nome di Saddam Hussein. L’ex dittatore dell’Iraq battezzò Montana Management la holding di famiglia, che aveva una partecipazione del 2% nel gruppo Lagardère. Azioni che, dal 2003, risultano congelate.
  • Steven Bauer, nei panni di Manny, il migliore amico e braccio destro di Tony Montana, non ha neppure dovuto superare il provino. Durante il casting, il direttore lo ha subito individuato, sentenziando che era perfetto. Giudizio, confermato pure dal regista e dal produttore, Martin Bregman. L’interprete, tra l’altro, è anche l’unico vero cubano del cast principale.
  • Più vero del vero… nell’ultima sequenza, Al Pacino afferrò l’M16 per la canna e si ustionò la mano destra. La produzione fu costretta – quindi – a stoppare le riprese per alcune settimane e il regista usò la pausa per montare la scena della sparatoria finale, da angolazioni diverse.
  • Volendo andare nel dettaglio, Lo sfregiato era, in realtà, il soprannome del gangster italo-americano Al Capone. Tant’è, l’arma preferita da Montana è una Beretta. La pistola altro non rappresenta se non una citazione della pellicola originale, in cui domina il malvivente di origine italiana. Anche il finale richiama il girato di inizio ‘900. Il mappamondo con la scritta The World is Yours sulla statua dorata della piscina in cui finisce il corpo di Tony rievoca l’immagine conclusiva del primo Scarface.
  • Strano a dirsi, ma la maggior parte del film è stato girato… fuori sede, vale a dire a Los Angeles, in California. L’Ente del Turismo di Miami avrebbe volentieri negato l’autorizzazione alle riprese, temendo che il film potesse scoraggiare il turismo. Non ne usciva un bel quadro degli immigrati cubani, d’altronde, considerati unicamente nelle vesti di gangster e spacciatori. Inoltre, si temeva che gli esuli presenti in Florida avrebbero organizzato manifestazioni di protesta.
  • Vezzo da regista, Oliver Stone ha rubato il nome del protagonista al suo giocatore di football preferito. Joe Montana, campione dei San Francisco 49ers, compare come uno tra i migliori quarterback, nella storia della NFL.
  • Il personaggio di Alejandro Sosa è, invece, ispirato a Roberto Suarez (1933 – 2000), trafficante di droga boliviano, con un ruolo fondamentale nel boom del traffico di cocaina nel Paese sudamericano.
  • Brian De Palma rimase a tal punto coinvolto dalla sceneggiatura di Scarface, da abbandonare la regia di Flashdance, di cui si stava occupando in quel momento.
  • In riferimento alle attrici, Miriam Colon, nei panni della madre di Tony Montana, aveva, in verità, solo 4 anni più di Al Pacino. Michelle Pheiffer – dal canto suo – ha accidentalmente ferito al volto il suo compagno di lavoro, con una scheggia di un piatto, lanciato durante le riprese.
  • A ben guardare, c’è spazio pure per Il Padrino. In una scena, uno tra i fidati di Tony si vanta di aver recitato accanto a Marlon Brando, chiara allusione al film, in cui lo stesso Al Pacino interpreta la parte di Michael Corleone.
  • L’idea di ambientare la pellicola di Howard Hawks nella Miami degli anni ’80 va attribuita al regista Sidney Lumet. Tuttavia, quando gli fu chiesto un parere riguardo alla sceneggiatura, quest’ultimo dichiarò di – testuali parole – “odiare il copione“.
  • Bocciati, rispettivamente, Glenn Close per il ruolo di Elvira, ritenuta non abbastanza sexy e John Travolta, bypassato, come accennavamo, nella parte di Manny, dal collega Steven Bauer.
  • Nel momento in cui il doppiogiochista Omar Suarez viene impiccato su ordine di Sosa, si vede la scarpa dell’attore F. Murray Abraham cadere dall’elicottero. Scelta voluta o mera casualità?
  • Insieme ad Al Pacino, l’attore sopra citato aveva già recitato in Serpico, ben dieci anni prima; mentre ad altri dieci anni di distanza, Brian De Palma girerà Carlito’s Way, in cui scritturerà 6 attori, già presenti nel cast di Scarface. Nell’ordine: Al Pacino, Al Israel, Ángel Salazar, Jorge Porcel, Michael P. Moran e Caesar Cordova.
  • Steven Spielberg e De Palma sono amici… da sempre. Dunque non stupisce il fatto che il regista de Lo squalo, trovandosi in visita sul set, abbia girato l’inizio dell’anello in cui i sicari di Sosa assaltano la villa di Tony Montana, prima di ucciderlo.
  • Concludiamo – e non potrebbe essere diversamente – citando la villa del boss dei Casalesi Walter Schiavone. Il killer condannato all’ergastolo e fratello di Francesco, sanguinario capo del Clan, era a tal punto invaghito dalla figura dell’anti-eroe, da pretendere che la sua proprietà, in quel di Casal di Principe, venisse edificata ad immagine e somiglianza di quella presente nel film. Solo nel 2017, a 23 anni dal sequestro, la dimora è stata trasformata in centro sportivo riabilitativo per disabili.

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