Storia di Bernstein e… di un naso di troppo

Storia di Bernstein e… di un naso di troppo

Bradley Cooper al centro delle polemiche, per un dettaglio del trailer del suo nuovo film. Qualcosa a cui, probabilmente, a molti è sfuggito ma, inevitabilmente, ha finito per far parlare di sé. Elemento fondamentale? Frivolezze da showbiz? Questo, è tutto da vedersi. Fatto sta l’attore, per entrare appieno nei panni del grande compositore Leonard Bernstein, ha pensato di indossare una protesi, a correzione del naso.

Evento più volte verificatosi, in quel di Hollywood, eppure… la faccenda, in questa particolare occasione, pare aver suscitato indignazione, secondo molti, rafforzando uno stereotipo di natura razzista. Una pratica – dicevamo – abbastanza ricorrente, quella di far indossare ad attori e attrici protesi e “fat suites“, tant’è che Nicole Kidman ha persino vinto l’Oscar come miglior attrice per la sua interpretazione di Virginia Woolf in The Hours, indossandone una.

Motivo del contendere nascerebbe, nel caso specifico, dall’idea che ricorrere al naso protesico sarebbe offensivo e superfluo. Un’accorgimento, pensato – cioè – per sottolineare le origini ebraiche del personaggio. Paragonabile, in altre parole, al blackface, ossia la consuetudine (ormai estinta), da parte degli attori bianchi, di dipingersi la faccia di nero, per assumere le sembianze stereotipate di persone di colore.

Se Bradley Cooper non ci riesce con la sola forza della recitazione, allora non affidategli la parte. Prendete, piuttosto, un attore ebreo“, sentenziano i primi commenti su X, ex Twitter. “Se ha bisogno di indossare una protesi al naso, per me e per molti altri è l’equivalente del blackface o del yellowface“.

Dissertazioni, peraltro, illustri. Parole espresse da attrici e scrittori, come quelle pronunciate da Ben M. Freeman. “Bradley Cooper non dovrebbe interpretare Leonard Bernstein. Non dovrebbe indossare una protesi al naso“. “Non si tratta di far somigliare un attore non ebreo a Leonard Bernstein, ma di far somigliare un attore non ebreo a uno stereotipo ebraico“, rincara il dottorando in storia ebraica dell’Università di Chicago, Joel Swanson.

Secondo altri, il ricorso alla protesi “trasforma, di fatto, gli ebrei nelle loro caratteristiche fisiche. Ci rende delle caricature“. Ancora: “Hollywood ha scelto Bradley Cooper (un attore non ebreo) per interpretare la leggenda ebraica Leonard Bernstein e gli ha appiccicato addosso un disgustoso ed esagerato naso da ebreo“.

In risposta e a riparo della situazione, l’intervento dei figli di Bernstein: “Ci spezza il cuore qualsiasi travisamento o incomprensione delle sue fatiche. Guarda caso, Leonard Bernstein aveva davvero un naso importante. Bradley ha scelto di ricorrere al trucco per accentuare la sua somiglianza e noi siamo perfettamente d’accordo“. E sottolineano: “Siamo stati profondamente toccati dalla profondità del suo impegno, dall’amore con cui ha abbracciato la musica di nostro padre e dalla pura e sincera gioia, con cui ha portato avanti la sua esplorazione“.

Guardando a ritroso, già nel 2021, la comica Sarah Silverman aveva affrontato il problema della jewface nelle rappresentazioni cinematografiche, affermando che l’Industria, a tal proposito, ha una “lunga tradizione di non ebrei che interpretano ebrei“. “Nessuno vuole ammetterlo, ma siamo stati battuti al nostro stesso gioco“, riconosceva – a sua volta – Jake Gyllenhaal, parlando della sua delusione per aver perso l’agognata opportunità di interpretare il ruolo, assegnato invece al collega.

Dave Rich, responsabile delle politiche del Community Security Trust, organizzazione che fornisce protezione alla comunità ebraica nel Regno Unito, ha dichiarato: “È molto difficile immaginare che nessuno di coloro che hanno partecipato a questo film si sia reso conto che poteva essere un problema applicare un naso finto esageratamente sproporzionato e appuntito a un personaggio ebreo“. A fargli eco, Binyomin Gilbert, portavoce di Campaign Against Antisemitism: “Viviamo in un mondo più sensibile alla rappresentazione razziale dei personaggi sullo schermo e a chi sono gli attori che li interpretano“. Il musicista Daniel Sugarman ha scritto: “Come è stato evidenziato in più occasioni, Bradley Cooper ha interpretato ‘The Elephant Man’ sul palco, senza indossare alcuna protesi. La decisione di mettersi un grosso naso per interpretare un compositore ebreo sembra quindi… ancora più sospetta“.

….alla luce del tutto, ci sentiamo, un pizzico cattivi, di domandarci: “Pubblicità?

Di fatto, Bernstein, noto per aver reso popolare la musica classica e per aver composto il musical West Side Story, è considerato, da molti, tra i compositori più significativi del XX secolo. Il film che lo riguarda: Maestro, ne ripercorre le vicende personali e la relazione con l’attrice costaricana Felicia Montealegre. Il lungometraggio sarà presentato in anteprima all’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove concorrerà per il Leone d’oro, il 2 settembre 2023. Uscirà nelle sale statunitensi il 22 novembre.

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