Brescia e quel suo restauro ‘miracoloso’

Brescia e quel suo restauro ‘miracoloso’

Capita, talvolta, di imbattersi in qualcosa di straordinario. Qualcosa, che ci permette di fare un salto a ritroso e di trasportarci in un’atmosfera dimenticata e fortemente evocativa. Così, nel Duomo Vecchio di Brescia, dove, in virtù del restauro degli affreschi di Girolamo Romanino e dell’organo a lui attribuito, è stato rinvenuto un biglietto del XVI secolo. Un documento risalente, per la precisione, al 1538, nascosto tra le colonne dell’organo e lasciato lì, proprio dall’artigiano che ha lavorato alla realizzazione dell’opera. 

Un ritrovamento raro“, secondo la testimonianza del direttore dei lavori, Giuseppe Spataro. “Siamo stati fortunati“, aggiunge e, a seguire, traccia il resoconto della scoperta, fotogramma per fotogramma. “Era ripiegato in ben 32 parti, un quadratino quasi invisibile tra i trucioli. Riporta due righe di testo e, per decifrarle, ci siamo rivolti ad una delle massime esperte del settore…,“. 

La firma di un artigiano “Mi Pasì da Pasira si fat questi coloni de l’orgen del dom / El dì 12 de aprilil mili 538” si legge chiaramente, sul biglietto. Secondo la studiosa, si tratterebbe dell’artigiano Pasì di Passirano, originario del Bresciano. L’uomo, autore delle colonne dell’organo, in seguito alla realizzazione avrebbe deciso di apporre la propria firma, con tanto di data: 12 aprile 1538.

Una teoria plausibile – a quanto pare – visto che “negli archivi, si trovano testimonianze secondo le quali, all’epoca, a Passirano erano attivi artigiani, falegnami e carpentieri di nome, appunto, Pasino“.

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