Cucina: i designer la vogliono sempre più minimal

Cucina: i designer la vogliono sempre più minimal

Mettiamola così, l’imput è questo, da parte degli esperti: abbandonare gli armadietti da parete, in cucina, contro pure decenni di tradizione, nel design degli interni.

Architetti &co. spiegano – come doveroso che sia – le ragioni dietro al cambiamento, al quale potremmo dare un peso epocale. Questione, a loro indirizzo, di funzionalità ed estetica, nuove regine di uno spazio della casa che, sempre più spesso, tende ad integrarsi con l’ambiente in cui si trascorre il maggior tempo della giornata, vale a dire il living.

Certo, optando per la rinuncia, si esce vincenti rispetto alla sensazione di amplificazione degli spazi. Salutando le unità sospese se ne guadagna in ariosità. Le pareti, più libere, conferiscono maggior respiro e, se ne conviene facilmente, l’abitazione tutta si fa, nella sua atmosfera, più accogliente e piacevole.

Non solo. Si va incontro – come invogliano i tempi – a nuove e più moderne soluzioni di stoccaggio. Niente più armadietti superiori, bensì mensole aperte, cassetti espandibili e supporti sospesi, dall’aspetto assai più accattivante. Scelte, che facilitano, per di più, l’accesso agli utensili, ma offrono anche insospettabili opportunità creative. Piatti e bicchieri in bella mostra, insomma, a beneficio di chi guarda.

Senza mettere da parte il trend minimalista che, in questa situazione, gioca un ruolo cruciale. Abbracciando un approccio più semplice e pulito, le cucine ne acquistano in eleganza; è presto detto. Bando al superfluo, ogni elemento ha uno scopo specifico. Contemporaneità, che si enfatizza anche attraverso la selezione dei materiali, tra legni naturali, metalli sofisticati e superfici di facile manutenzione.

Già, tutto bello ma poi ci si pone di fronte alla realtà e ai dubbi che essa comporta:. Vale a dire: dove si ripongono gli oggetti di uso quotidiano? Praticità, che non dovrebbe mai essere messa da parte e che, forse, un approccio eccessivamente estremo o radicale non consente.

C’è ancora un po’ da fare: questo è il sospetto, prima di abdicare del tutto alla cucina di ieri e voltarsi verso inediti intendimenti. Manca ancora qualche idea, qualche trovata risolutiva, che conduca all’aggancio perfetto tra passato e futuro. Il presente c’è, è visibile, sorta di traghetto che effettua le sue tappe senza troppo correre, per ora, ma prosegue comunque dritto, ben conscio di quale sia la direzione a cui tendere e che meta desideri raggiungere, appena più in là.

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