L’ambiguo caso del messaggio segreto nascosto nel vestito

L’ambiguo caso del messaggio segreto nascosto nel vestito

Capita a tutti di fare un acquisto improvviso. Una di quelle spese inaspettate, dettate dallo stomaco. Gesto che poteva essere tranquillamente evitato ma che sentiamo, comunque, di dover effettuare.

Ebbene, può accadere che, proprio seguendo la personale passione – o dando retta all’istinto – la vita ci riservi qualche piacevole sorpresa. Tale è stato per Sara Rivers Cofield, archeologa con una predilezione per i costumi d’epoca, che si è trovata ad acquistare un abito vittoriano, presso un negozio di antiquariato. Siamo nel Maine ed è il 2013. Ebbene, viene fuori che il vestito in questione contiene, al suo interno, un codice misterioso. In una tasca segreta, due foglietti rivelano file di parole, apparentemente casuali: “Bismark, omit, leafage, buck, bank” e “Calgary, Cuba, unguard, confute, duck, Fagan“.

Un arzigogolo, che ha tenuto la donna con il fiato sospeso e l’ha portata, poi, a pubblicare, incapace, da sola, di decifrarne il significato, un post sul suo blog. Siamo nel 2014, intanto. E’ trascorso un anno dalla sorprendente rivelazione e l’oggetto viene presentato sui Social come Bennett’s Bronze Bustle.

Un enigma, che scatena gli appassionati del genere e porta alcuni a spingersi in là con le ipotesi. Chi parla di spionaggio; chi, più romantico, si avventura nell’idea di un messaggio d’amore criptato.

Come spesso accade, tuttavia, le soluzioni sono assai più semplici di quanto si sia immaginato…

La svolta alla vicenda arriva, difatti, qualche anno più tardi. Siamo, oramai, nel 2018 e tale Wayne Chan, ricercatore presso l’Università del Manitoba, in Canada, intraprende l’ardua impresa; vale a dire, inizia a decifrare il codice. Riesce, così, a venirne a capo.

Sorpresa delle sorprese, pare si tratti di un bollettino meteorologico, telegrafato – udite udite – in data 27 maggio 1888. Fonte, il New York Times.

Si parla, nel contenuto, appunto, di variabili meteorologiche: temperatura, velocità del vento, pressione barometrica, utilizzando la segnaletica tipica del Corpo delle Truppe Americano, che svolgeva, alla fine del XIX secolo, servizio Nazionale negli Stati Uniti. Un escamotage, al fine di abbreviare i rapporti dettagliati del meteo, condensandoli in pochi tratti. Modo pratico, per risparmiare sui costi delle trasmissioni.

Così è, epilogo, a quanto pare, scevro da sentimentalismi e con meno appeal, per certi versi, di quanto sperato. Fatto sta, alcuni dubbi, nonostante tutto, restano. Chi era Bennet, ad esempio? E perché aveva sentito l’esigenza di nascondere l’ambiguo foglietto?

Rebus nel rebus, potrebbe trattarsi di una coincidenza, di una dimenticanza… chissà… ma tale, sovente, è la vita, scandagliata da accidenti, insignificanti eventi, in principio, che finiscono, tuttavia, per cambiare le sorti di chi ne rimane coinvolto e che conducono a scoperte complesse, affascinanti. Forniscono risposte a domande non poste e spingono a porsene altre, di meditazioni, che mai avremmo pensato avrebbero attraversato la nostra testa…

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