Racconto di un Sanremo ‘che non si smentisce mai’

Racconto di un Sanremo ‘che non si smentisce mai’

E’ il programma ‘forse’, ancora per certi versi, più atteso dell’anno. Eppure, magari non tutti lo sanno, alcune edizioni non sono mai andate in onda. La prima diretta televisiva si tiene in data 27 gennaio 1955 ma Sanremo rappresenta, già allora, un appuntamento importante.

Unico ostacolo: la tv, semplicemente, non è ancora nata. Pertanto, la trasmissione è godibile esclusivamente via Radio. Non una prima serata, oltretutto, come siamo abituati. La messa in onda è alle 22: 45, dopo il varietà Uno, due tre. A presentare la primissima Manifestazione, non Nunzio Filogamo (troppo poco virile… si sussurra tra i corridoi), bensì Armando Pizzo, in compagnia di Maria Teresa Ruta. Anche qui, non l’arcinota bionda catodica, bensì la zia, meno conosciuta, annunciatrice, di stanza presso gli storici studi di Torino.

Nunzio Filogamo – fate attenzione – si prenderà, tuttavia, la sua rivincita. Siamo nel 1957, nell’epoca – ancora – del ‘bianco e nero’. Tanto che, nell’anno successivo, la giacca color cielo indossata da Modugno si perde via così. Badate: in quell’occasione il cantante si esibisce con Piove e non, come più naturale supporre, con Nel blu dipinto di blu.

Risale al 1961 la presentazione, tutta confezionata al femminile: Lilly Lembo e Giuliana Calandra tengono le briglie della Kermesse, fino alla serata conclusiva, in cui fa capolino Alberto Lionello. Ugo e Raimondo (Tognazzi/ Vianello, qualora non fosse chiaro), nel ‘62, si esibiscono nella veste di comici, ma a ‘telecamere spente’. Gli spettatori in Eurovisione non capirebbero, gli viene spiegato. Superfluo dire che i due non la prendono bene. Del resto, neppure la finale riesce a godere dello spazio che merita. Solo a nove giorni dalla chiusura dell’evento arriva il conteggio delle schedine (abbinate all’Enalotto). Se ne propone, quindi, una sintesi…

Diretta, riservata solo all’ultima serata, anche nel 1963. Prima volta per Mike Bongiorno, che galopperà per 5 anni di seguito a cavallo del ‘gran Carrozzone’. Si narra che l’unica copia di quel che andò in video nel 1966 sia stata recuperata, niente meno che in Germania. Del ’67, a lungo si pensò fosse andato tutto perduto. L’anno della morte di Luigi Tenco si tingerà, insomma, di mistero.

Più in generale, le leggende al riguardo del Festival si sono succedute, nel tempo. Alcune avvalorate dai fatti. Altre, opportunamente smentite, create ad arte ‘per far parlare’ quanti erano in attesa di un appuntamento, oramai imprescindibile. Preziosi documenti, ritrovati – magari – ad anni e anni di distanza, in luoghi apparentemente impensabili.

Nel 1968, Pippo Baudo cattura l’attenzione del pubblico, prima delle 13 volte consecutive. Record assoluto. Più in là, lo rivedremo nel 1984.

Passiamo al 1973, in cui la Rai concede le telecamere, solo in virtù della finale. Prima edizione ‘a colori’, questa, il cui materiale di repertorio è stato ritrovato nel 2016 – pensate un po’ – negli archivi della tv della Repubblica Ceca. Epoca oscura, quella di metà anni ’70, dove il Festival sembra aver perso il suo smalto.

Poi, nel 1978, è Maria Giovanna Elmi a presentare gli ospiti stranieri, coadiuvata direttamente da Vittorio Salvetti, il Patron, che introduce le esibizioni. La prima ‘tutta sola’ a vestire i panni della conduttrice sarà, nel 1986, Loretta Goggi.

Bisognerà attendere il 1982, perché si ritorni agli antichi fasti. Prima serata e diretta, comprese.

Nel 1987, merito – forse – anche dei dati Auditel, il numero delle serate aumenta, per tradursi da tre a cinque, nel 1989. I diritti tornano, nel 1994, all’Azienda Nazionale, messasi da parte per evitare eventuali conflitti di interesse tra tv e discografia.

Pippo Baudo – è ancora Lui – veste insieme il ruolo di conduttore e direttore artistico. Formula a tutto tondo, che gli consente di dar vita anche al Processo al Festival, prima, che in seguito diverrà Dopo Festival. 24 i giornalisti inviati presso il Teatro Centrale di Sanremo. Altrettante, le canzoni in gara. Gli esclusi – gira voce – domandano il sorteggio.

Nel novembre del 1993, sempre Baudo tiene a battesimo Sanremo Giovani, preselezione dedicata ai nuovi talenti in cerca di visibilità. Per il resto, Sanremo è Saremo (claim, coniato anch’esso dal Pippo, eccellenza televisiva) e si trascina appresso, come insegna la storia, tutto il suo carico di chiacchiere: esclusi e vincitori. I fiori, attorno, le scenografie, l’avvicendarsi dei presentatori, le risate e i momenti di riflessione, se non, addirittura, di commozione; gli ospiti, le personalità e la musica.

Canzoni, che entrano in testa, talvolta, destinate ad accompagnarci almeno fino all’estate e chissà per quanto altro tempo ancora…

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