Love bombing: ti amo, ti voglio, ti pretendo!
Ne abbiamo già parlato, vero ma – vien da pensare – di certi argomenti non ci si stanca mai. O, almeno, ci non ci accontenta mai di quel che si sa, poiché più a fondo si conoscono, più si riesce ad ideare efficaci escamotage per difendersi.
E già, tutelarsi, giacché di relazioni si tratta e, nello specifico, dei loro ‘coefficienti negativi’.
Troppo complicato? Partiamo dal principio, allora, per saperne di più.
In qualsiasi rapporto, specie all’inizio, è normale voler riservare maggiori cure all’altro/a. Sono premure che, in genere, arrivano spontanee. Pertanto, venire – magari – ricoperti di doni o di complimenti viene considerato una sorta di passaggio obbligato. Ci si sente considerati, compresi, apprezzati. Tutto giusto, almeno fin qui.
Poi, però, può succedere ‘altro’. Vale a dire che quel che, fino ad un certo limite, era considerato ‘normale’, comincia ad assumere la consistenza morbosa di ritmi, evidentemente poco sani. Provoca disagio, insomma e qualcosa, dentro, ci spinge a liberarcene al più presto.
Definizione del fenomeno: love bombing.
Termine, originariamente coniato per descrivere la tecnica utilizzata dai membri di alcune sette religiose per attirare le reclute. Ebbene, la psicologa americana Margaret Singer, nel 1995, lo volle adoperare nel suo libro: Cults in Our Midst, per descrivere un modello comportamentale usato anche da istituzioni, professionisti o persone ‘comuni’, al fine di plagiare, condizionare, manipolare l’interlocutore di turno.
Negli anni più recenti, il concetto è stato rivisitato, con l’assunto di bombardamento amoroso. Gesti plateali, in sostanza, vengono messi in atto, come forma ‘sottotraccia’ di possesso. Comunemente associato agli affetti, può verificarsi – non di meno – anche in altri ambiti.
Come è possibile, allora, stando così le cose, riconoscerne i segnali?
Diciamo, al riguardo, che esistono una serie di codici, che ne tracciano un’ipotetica Carta d’Identità.
- Dichiarazioni esagerate: che si tratti di amore sconfinato, ammirazione, dedizione totale… suona, in ogni caso, strano. Le continue adulazioni, anche in pubblico; i complimenti sproporzionati e/o prematuri rispetto alla durata della storia… pensateci su, se riconoscete qualcosa del genere
- Un eccesso di attenzione, che poi ci si aspetta sia ricambiata: chiamate, messaggi che, tuttavia, diventano di giorno in giorno più pressanti e, soprattutto, pretendono replica. Si perde il rispetto per gli spazi altrui e, ancor peggio, ci si irrita, non ricevendo immediata risposta
- Regali indesiderati, iperbolici, fuori luogo: a tal proposito, c’è poco da commentare
- Gelosia: riuscire a far sentire in colpa l’altro, isolandolo, a suon di bombardamento psicologico, dai personali interessi e persino, talvolta, dai propri cari
- Mettere pressione: come se l’impegno, sin dalle primissime battute, fosse un dovere. Di conseguenza, largo – senza perder tempo – a progetti ambiziosi, affrettando il compiersi naturale degli avvenimenti
Il risultato? Facile da immaginare. Basta mettere i tasselli al loro posto, per ritrovarsi nel pieno di un legame tossico. Certo, non è sempre facile riconoscere il love bombing, spesso risultato di un agire sotto banco, insidioso… motivo per cui è importante prestare attenzione ai propri stati d’animo.
Quando qualcosa non va, scatta l’allarme.
Inoltre, la tecnica si va ad inserire nel ciclo manipolatorio del narcisista (che racchiude 4 fasi), di cui rappresenta il primo campanello.
- Idealizzazione: il manipolatore intende conquistare il partner
- Svalutazione: l’abuso emotivo si nutre di discredito
- Scarto: il manipolatore si allontana o, addirittura, scompare
- Recupero: cerca poi di riabilitarsi, riavvicinandosi e il ciclo riprende
Difficile uscirne? Sì. Non per tutti, forse ma, almeno, per alcuni. Nel caso, il consiglio è quello di parlarne con persone di fiducia e, soprattutto, rivolgersi ad uno psicologo, che potrà aiutare a riconoscere la disfunzionalità della situazione, fornendo il supporto adeguato per tirarsene fuori.
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