Merope’s Tales (capitolo 15)

Merope’s Tales (capitolo 15)

Ragazzi, è pronto in tavola! Le avete sciacquate le mani?‘. Dio, che nostalgia! Beh, intanto che riallaccio le fila della memoria e la riconduco ai giorni presenti, vi ricordo – comunque – che è tempo di accomodarvi e di riprendere il racconto e riparto proprio dal mix di ironia e disciplina che mi siede – ancora – di fronte.

Del resto, non possiamo certo derogare a quell’ascendente Capricorno, che tutto può e tutto dirige e che si fa sentire! “In una giornata, mescolo talmente tante cose, che poi, sempre, mi perdo qualcosa. Dovrei essere, anzi, più meticolosa. Sicuramente mi piace portare a terra, concretizzare“. Approfondisce, Vesper, che è di Lei che continuo a narrare: “Beh, perché è un mestiere che ha tanto di non vistocioè, c’è la parte visibile sul palco ma poi c’è tutto quello che non si vede…“. Certo, c’è l’esibizione ma dietro, nascosto, il lavoro è altrettanto meticoloso e attento e sottintende lungimiranza. Seminare adesso, per raccogliere domani. “In fondo, te lo inventi tu!“. Il che, implica che Tu non stia mai ferma. Devi costantemente inventare nuovi sbocchi, prepararti per inedite imprese. Insomma, a sentirla raccontata così, la performance sul palco sembra davvero l’ultima tra le preoccupazioni e, probabilmente, per chi è addentro, effettivamente lo è.

Eccolo ancora lì, quel furbetto di un ascendente, che mi ricorda che, alla fine del mese, occorre monetizzare. D’altronde – riflette ad alta voce – “dipende tutto da te. Quindi, in qualche modo, sei costretto a fare multitasking!“. Allora quale è il tuo ghimmik? Ride. “La droga!” e la seguo a ruota. Per un istante, l’aria vibra insieme a noi…

E qui, apro una parentesi, affinché vi risulti più semplice la comprensione. Ghimmik: un qualunque oggetto, utilizzato all’interno di un gioco di prestigio, che permette di realizzare effetti altrimenti impossibili o di difficoltà esageratamente elevata.

Avete capito, sì? Alla stregua del ‘falso pollice’ che va a coprire quello vero e permette di far sparire, nel frattempo, tutta una serie di oggetti, senza che ci si faccia caso. Che volete, questa è arte! L’arte del Burlesque, che ti fa sembrare facile l’arduo, accessibile ciò che richiede, al contrario, enorme sforzo e impegno e tanta, tanta, tanta costante applicazione.

Scienza? Fantascienza? Il punto, Signori miei, è un altro. Siamo donne, vale a dire che, per nostra stessa natura, ci poniamo nel ruolo di problem solving. Non solo, ci prestiamo a dirigere e svolgere più compiti in contemporanea. Insomma, non prendetevela con noi se vi sentite sempre un pochino in ritardo. Siamo programmate così! Ferrari dell’esistenza che, in garage, davvero, non ci possono stare.

Buffo come la ritrovo inserita anche nei contesti più improbabili e sempre, costantemente, a proprio agio. Dunque, dalle gare ciclistiche ai palchi rinomati Giulia/Vesper risponde ‘Presente!‘, poiché intuisce che ogni esperienza porta ricchezza. Ah, non ci provate! Non intendo guadagno. Non quello spiccio, almeno; o meglio, magari anche ma non solo quello. Si percepisce che la voglia di fare viaggia a braccetto con uno spirito da nutrire. ‘Dove il guadagno non c’è la remissione è certa’? Vero! Quando mai la saggezza ha avuto torto ma è altrettanto vero che ‘se non si ama ciò che si fa, riesce male’. Come in cucina. Avete presente? Mettetevi ai fornelli di cattivo umore e verificate la cenetta che ne scaturisce… vi sfido!

Sono tanto legata all’Abbruzzo… quindi, ogni volta che ci sta qualcosa di più ‘ciccioso’ mi coinvolgono, chiaramente!” Parla, mi spiega… si spiega e, nel frattempo, mi perdo tra i pensieri. Che bella questa armonia tra il suo esprimersi forbito, curato dalla dizione e accentuato da un leggero ‘birignao’ che la rende languidamente retrò e le sue uscite, invece, del tutto spontanee. Esplosioni gioiose di una personalità che ha saputo conservare la sua stanza bambina.

Le risa, ve lo anticipo, faranno da tappeto nell’arco dell’intero colloquio. Come scivolare su cuscini di piuma… o sulla neve, fate voi!

Un manto candido, che respira della terra da cui Giulia proviene e alla quale è indissolubilmente vincolata ma che ha lasciato, a un certo punto della sua vita, per crescere. Per espandersi. Per diventare ciò che è ora, davanti ai miei occhi. “Venendo dalla provincia, essendo una ragazzina… mi sono trasferita super giovane“. Un evento ‘quasi traumatico‘, secondo le sue stesse parole. “Non conoscevo nessuno, non avevo contatti. Non sono nipote, figlia d’arte… e quindi è stato abbastanza scioccante. Adesso, dopo un salto temporale di venti anni, forse qualcosa di più, dico: ‘però che bella, però, la dimensione tranquilla, abruzzese, della provincia… In effetti, mi pesa il fatto che tutti ti guardino. Però, poi, quando arrivo a Roma, anche così caotica, così stressante… Sono combattuta tra queste due personalità, vedremo!

Teatro… è così impegnativo…”. Riflette ad alta voce e sembra lo faccia più per convincere se stessa che me… “Questa cosa non viene mia detta ma, nei camerini fa un freddo agghiacciante. Quindi, Tu devi star lì e aspettare di entrare… e la memoria e la tounée e cambia città e dormi in HotelBoh! Io… sono pigra!“, sentenzia alla fine.

Vedremo, vedremo, anche se a me, personalmente, cara Vesper, pare che le idee, a tuo titolo, siano decisamente chiare. “In futuro, Io spero, un giorno, di ritirarmi in campagna. Giocare a Bridge… e poi, che ne so, muovermi, solo per andare a prendere dei premi!“. Eccola lì, nuovamente nelle vesti di ammaliatrice. Gatta ammiccante e sorniona, che gioca con il suo Topolino…

Bella? Oh, bella lo è di certo, dentro e fuori, è indubbio ma a me risulta tanto simpatica, soprattutto. Lei veleggia su un mare calmo, che la culla e la cura. La tiene salda, sguardo voltato avanti e conserva le chiavi del suo cuore. Tre sillabe, per spiegarvelo: fa – mi – glia.

Probabilmente, sono stata fortunata… innanzi tutto ad avere mio marito, che è il mio primo partner in crime; insomma, il mio complice… Lui è autore, anche scrittore teatrale… mi dà sempre il suo punto di vista, proprio mi aiuta tecnicamente… Io non sarei stata in grado di scrivere cose per il Teatro, se non fossi stata con Lui…” In pratica: “Io ho messo dentro il mio mondo Burlesque e Lui mi ha seguito e mi ha aiutato e non solo a livello professionale ma anche come papà, perché Io parto tantissime volte, durante l’anno, pure più giorni. Sono stata a Cuba una settimana a girare un film, a novembre… Se non avessi un compagno così presente…“. Onestà intellettuale, in cui mi ritrovo. Che serve continuare ad incensare unicamente se stessi? Io sono più per il lavoro di squadra. Lo considero premiante e, credo, anche Giulia la pensi ugualmente.

Io divido tantissimo questo impegno con mio marito. Poi, abbiamo i nonni…” Insomma, in un ambito privo di certezze, ecco fare la sua comparsa l’esigenza di un nido, o di un posto sicuro. “L’idea che, invece, è un mestiere che non lascia niente mi terrorizza!“. Giulia, al contrario, lascia ‘eredi‘, ben due! Ma come si concilia un corpo che cambia e, con esso, abitudini, priorità… con un universo edificato sul superfluo? Frivolo, vivace, inafferrabile…

Dal punto di vista professionale, “In realtà non ho avuto grande contraccolpo, perché poi, dopo la gravidanza, sono tornata subito uguale e, addirittura, dopo 15 giorni, stavo già lavorando. Invece, la cosa più complicata, per me, è stata imparare ad essere madre, perché nessuno ti prepara… poi, due gemelli, super richiedenti…“.

Non mi sono mai, poi, veramente, fermata tanto. Anche per paura… Non è successo nientese non, che ne so, che avevo le tette più grandi…“. Ancora in questa occasione ci ritroviamo a fare i conti con quel che c’è attorno. La minaccia sottesa che tutto possa modificarsi e non per diventare migliore o più ricco, o gratificante, o completo… Invece…

E’ stato molto complicato dalla parte psicologica materna. Non sei preparata. Non sai che succederà… La responsabilità non di una ma di due creature… La psicoterapia è stata la risposta. Sono sempre stata in analisi e questo mi ha aiutato tanto, anche a ricentrarmi su di me!

Mamma, mamma, mamma… ma c’è una tua mamma Burlesque? Ah, bella questa domanda, pure non me l’hanno mai fatta!“. Mi arrogo, allora, il merito! “Ma… vabbé… non l’ho mai conosciuta ed è Gipsy Rose Lee. In qualche modo Io mi sento vicina a Lei perché, come me, veniva dal Vaudeville. Quindi, nasceva già prima come attrice. Ha usato il Burlesque come mezzo espressivo ma non era solo una performer di Burlesque“.

In Lei, vedo tante cose, che riconosco pure in me! Mentre, poi, per quanto riguarda gli incontri della vita Dirty Martini è stata una delle nostre prime insegnanti, nel lontano 2011… e Lei ci ha insegnato proprio a divertirci sul palco“.

Collo o collo del piede?, le chiedo a bruciapelo, che è arrivato il momento di divertirci anche noi…

Ma, per me collo. Non essendo una ballerina? Collo del piede… Sì, eh…ma… Non ce l’ho!“. Non è Nichilismo. Solo presenza di spirito, la sua. Inevitabile domandarle, per conseguenza: Ce l’hai una parte del corpo preferita?Ma… Io ho costruito tutta la mia carriera sul seno… per cui…“. La domanda che mi fanno più spesso, aggiunge, è: Hai il seno naturale?E sì, ci tengo a dirlo. E’ naturale!

Bene! Definiscimi sexy! “Secondo me… è qualcosa che ha a che fare con la personalità e la classe. Non è il corpo come estetica, ma come movimento, no?“. Saggi fratelli Minsky – li rammentate? – che asserivano, proprio su questi presupposti, che ‘Non è uno spettacolo per famiglie!‘. Ci si muoveva, per la prima volta, sotto le luci dei riflettori. Il corpo era vivo. Era carne e l’immaginazione, Cari miei, trovava spazio per galoppare…

Completa: “Quindi, sono i pensieri che possono essere volgari, le azioni. La non empatia, secondo me, è volgare. L’idea di sopraffare l’altro… Non la nudità, né la sensualità; né l’erotismo…“. Se ti dico pudore? Mi spingo leggermente più a fondo… “Sì, nella mia vita intima… nel senso, che ne so… Ci sono delle cose che non voglio condividere neppure con mio marito, no? “. Un’idea a livello ancora embrionale, ma anche “magari anche riflessioni che faccio su di me; scoperte che faccio su di me, magari in analisi… magari anche riguardo a cose dolorose del passato. Non sempre mi va di parlarne e le tengo private“. Materiale prezioso, repertorio da condividere un giorno, una volta metabolizzato, con qualcuno, per farne dote.

Rossa, comunicativa, estroversa e… azzardo: timida?Sì, ma per forza! Secondo me, tutti quelli che salgono sul palco sono timidi, sennò non salirebbero mai. Nella mia esperienza, gli attori sono tutti timidi. E’ una forma di sublimazione che uno usa, proprio perché è timido“.

Alla ricerca, allora, di nuove frontiere da scoprire, espando in campo. Il Burlesque, a tuo avviso, contiene anche un messaggio politico?Assolutamente Sì. Quando è nato, era chiaramente per fare divertire il pubblico maschile. Poi, ha avuto un periodo di oblio, come sappiamo – tra gli anni ’60 e i ’70 è arrivata, mi fa notare, ‘la ciccia’, quella vera – ed è stato ripreso dalla naftalina e riportato in auge, nel ’95. Da là, che il Burlesque viene ripreso come una forma, invece, politica, della serie: Il corpo è mio, lo gestisco Io e decido Io cosa ci voglio fare”.

Noi donne siamo ancora, tuttora, tantissimo giudicate dall’aspetto estetico e per come ti vesti e per come ti poni… Negli anni ’90 ci si riappropria del Burlesque e si dice: questa è un’arte come la vogliamo noi. La facciamo nostra, per come piace a noi. In realtà, già prima aveva svelato il mondo femminile, proprio perché era fatto dalle donne, il Burlesque! In qualche modo, già raccontava del femminile, pur essendo ad uso e consumo maschile. Oggi, che non è, per fortuna, solo per uomini ma, anzi…”.

Quanta verità, riassunta in poche parole. Paladina, Vesper, di un’ideologia sana, vincente, mai mortificante. “Pure io, nel mio piccolo, cerco sempre di parlarne, come proprio un mezzo di emancipazione. Il corpo delle donne e anche la sessualità delle donne è stata repressa perché è potente, perché ti dà potere e questa cosa fa paura; cioè, la donna di potere e quello che, ancora oggi, facciamo fatica a conquistare“.

Chissà perché o, probabilmente, non è un caso, mi sovvengono alla mente le tante mogli di re Enrico VIII. Anna Bolena, in particolare, che talmente fece girare la testa al Sovrano, da condurlo allo Scisma. A Lei, gliela tagliarono! Oppure Madame de Pompadour, che sembrava dettar legge, a Corte, meglio e più di Luigi XV. Eppure, venuta a noia, ripudiata, oltraggiata, infangata, la prima. Fu accusata di tessere, nel silenzio delle proprie stanze, una relazione segreta, addirittura con suo fratello. Gettata nel dimenticatoio la seconda, una volta deceduto Colui che le dava modo di esprimere le personali convinzioni, persino nel governare.

Del resto: “La ragazza era ben educata, saggia, amabile, piena di grazia e di talento, nata con del buon senso e del buon cuore. Io la conoscevo bene; fui anche confidente dei suoi amori. Mi confessò di aver sempre avuto il segreto presentimento che sarebbe stata amata dal Re e che, senza rendersene conto, si era sentita crescere dentro una violenta passione per Lui“. Sapete chi lo racconta? Niente di meno che Voltaire.

L’amante ufficiale di sua Maestà, ebbe notevole influenza sulle arti, sulla moda, sul teatro e sulla musica, dettando lo stile della prima metà del Settecento. Fu sostenitrice, al contempo, delle idee illuministe, mecenate degli enciclopedici, etc., etc., etc.

E mi si accende il ricordo, ritornando in argomento, anche di Liliy St. Cyr. Un’antesignana, una che, con piena consapevolezza, ha fatto di se stessa un messaggio… “Se pensiamo che ha mantenuto cinque ex mariti… E’ stata veramente una femminista ante-litteram. Dobbiamo ancora prenderci il nostro spazio e il Burlesque, secondo me, è un mezzo per poterlo fare“.

Bando alle distrazioni, riprendiamo il nostro gioco. Cosa ruberesti e a chi, tra le Performer del passato?Tutto! Quando vedo le foto, anche solo di Gipsy Rose Lee… l’abito tutto di frange che, tra l’altro ha indossato Dita Von Teese Mammamia! Ci sono dei capi, delle cose pazzeschela stola di pelliccia bianca, di volpe biancai copricapi di Dita Von Teese, ah…”. In fondo, un po’ si rubacchia, no? Qua e là… Bisogna saper copiare!Non esiste niente di nuovo. E’ tutto già visto, per cui è normale… Tutte abbiamo copiato da Dita von Teese. Già solo la scarpa piena di strass, non l’avevamo vista prima… i ventagli di piume: esistono dagli anni ’20 e tutte noi… In qualche modo, è di ventato anche un tributo a questo tipo di arte. Quindi, in qualche modo, è normale”.

Precipitosa e paziente, è ambedue. Me lo confessa candidamente. Caparbia ma abituata, per sua stessa ammissione, alle ‘gestazioni lunghe‘. Quando le chiedo se è più amata, nel suo ambiente, o invidiata, mi risponde, semplicemente che, escluse quante sono cresciute con Lei, “le altre non le frequento. Quindi, non lo so!“. Beh, più chiaro di così!

Chi ti ama, ti ama soprattutto perché? Proseguiamo… “Ma, perché, alla fine, sono generosa“. Mi prende in giro, giunte a questo punto. Si burla di me e, scherzosamente, mi paragona a… Francesca Fagnani. Beh, non rimane che chiederle, allora… Che Belva di senti?Beh, il Pavone, scusa eh!“. Ah Ah ah ah ah! Come darle torto. E’ così incisiva, quando decide di arrivare dritta al punto. E quando le domando cosa vorrebbe prendere in prestito, dalle colleghe, si fa seria e mi dice: “Tirarsela! Crederci! Quelli che se la tirano sono presi più sul serio“.

Vogliamo essere seri? Bene! Non sta bene, non si fa!Io sono cresciuta con mia nonna. Una donna degli anni ’20, Abruzzese…” Il che, mi spiega, presuppone codici morali assai rigidi. “Una delle prime volte che un mio amico maschio è venuto a studiare a casa mia, in terza elementare, mia nonna lo ha mandato via, perché era maschio…“. In quanto a Lei, ancora oggi le pesa – tutto sommato – dire No. Chissà, magari è una questione di cultura, o di coerenza…

Stripper o Teaser? Continuo ad indagarla, ma la risposta, in cuor mio, mi pare di conoscerla già. “Io non mi sento una Stripper. Anzi, non c’è niente di male. Figurati se sono Io una moralista. Però, mi sento dotata di parola!Non importa cosa succede. L’importante è continuare a muoversi! Motto, che prendo a prestito direttamente dalle labbra di Tempest Storm… “The show must go on“, rincara Vesper. “Perché, poi, sul palco, può succedere di tutto. Non ti si apre una zip, puoi cascare, puoi inciampare… però, poi, alla fine, è continuare, no? che fa la performance; e che fa il professionista. Ultimamente, prima di salire sul palco, mi dico: ‘Dai, andiamoci a divertire!“.

Una… che impara dai propri errori. Merito di quel Capricorno caparbio che la abita? Dello Scorpione, segno analitico per eccellenza? Merito… suo! Ma… se ti dai un voto come Vesper e come Giulia, chi se la cava meglio?Beh, Giulia!“. Qui, mi risponde risoluta, senza esitazioni. Approvo!

D’altronde, l’analisi Freudiana le ha cambiato la vita. Ci tiene tanto a ribadire il concetto. Ci crede davvero. In futuro auspica… un cambio di ritmi. Uno scorrere dei giorni più lento, più a misura d’uomo… o dovrei dire ‘di donna’? Ops! Non intende rinunciare a sogni e passioni, no. Piuttosto, è alla ricerca di un ‘sano equilibrio’.

Recuperiamo la dimensione ludica. Saliresti sul palco in esclusiva per…?A Las Vegas!” Un indumento Sine qua non… “Personalmente, mi piacciono i guanti!“. Superfluo, mi istruisce e, per tale ragione, ancor più affascinante. “Secondo me, nel guanto“, riassunto, “c’è più quella magia…“. Una cosa di cui non faresti a meno, sul palco? Beh, del Glamour!“. Alla faccia del Neorealismo… “Devi essere senza trucco e, allora, devi essere cessa!“. Al bando gli stereotipi… “famme sognà!“. Ah ah ah ah ah!

E, sulla falsariga delle risate, torniamo bimbe. Quindi… Dire, fare, baciare, lettera, testamento…Testamento“, sceglie. Tutto quello che ho va ai miei figli. “Anzi, glielo dico sempre. Voi dovete aprire un Museo, con tutti i miei costumi di scena…“. Poi, si sofferma sul significato di libertà. “Abbiamo sempre paura di occupare spazio. E’ un problema della donna. Era un problema mio!” Godetevi il momento, è tutta tesa a suggerire. Mangiatevi l’esistenza. Del resto – vi ricordo – siamo accomodati in tavola!

Stiamo per accomiatarci. Manca poco. Allora mi ricordo del Buon vecchio Hitchcock. Mi sovviene, in particolare, una sequenza di Marnie, in cui a parola segue parola… Torniamo all’analisi…

  • Alabastro: Duro
  • Equilibrio: Leggero
  • Sinergia: Sessualità, mi viene da dire…
  • Palco: Colori
  • Spirito: Libero
  • Teatro: Impegno
  • Eclissi: Oroscopo
  • Magia: Invisibile
  • Volume: Alto
  • Accondiscendenza: Intima
  • Sottotesto: Non detto
  • Ventaglio: Piume
  • Tenda: Rossa… Ah, Marnie, Marnie. Tu, che il rosso lo temevi, più di tutto…
  • Velo: Leggero
  • Bolla: Leggera

Qui, occorre precisare, che vi ho abituati, oramai, alla ricerca etimologica. Leggero, nella specifica: ‘che pesa relativamente poco. Che fa sentire poco il suo pesoma anche ‘che si sopporta facilmente, che non affligge o affatica eccessivamente‘. Di cosa… ‘che non dispiace, che non riesce gravosa…‘. Proseguiamo:

  • Lacci: Scarpe
  • Tenacia: Perseveranza
  • Chiaroveggenza: Intuizione
  • Decenza: Paese
  • Polvere: Passato
  • Fatalità: Incidente
  • Volontà… e mi rimane, insospettatamente, sospesa.

Manipolatrice? Organizzata? La seconda. “Bugiarda… per sincerità!“. “Pigra, di natura“; né simpatica, né antipatica. Dipende… e mi strizza l’occhio. Condizionata? Dai Figli. Talvolta, condizionante.

Non ha timore, lo vedevo sin dall’inizio di questo nostro incontro, Giulia, che mi ribadisce che “Beh, conviene essere persona. Personaggio è una fatica!“. Polemica. Critica…Analizzo!“. Discreta o assidua?Discreta“. Oculata?Generosa“. Sei golosa e se sì, dolce o salato?Golosa… di dolce“. Sei una che abbraccia? Dipende. Pure là, dipende. Non tutti…” Sei Scorpione! “Sono super selettiva, questo è il punto. Troppo, delle volte…“.

Tra l’Amicizia e l’Amore non perde un istante, per indicarmi il secondo. La fa facile: “Eh, vabbé, do tutto!” ma non si rende banale e quando le menziono il termine Trasgressione: “Per me, è superare me stessa e i miei blocchi“, specifica. Meglio cedere alle tentazioni. Anche questo, lo afferma con sicurezza: “Tutta la vita!“. A proposito di vita, sei in debito o in credito?Un po’ e un po’, dai…“.

Cosa non deve mai mancare nella tua valigia?I tacchi“. Una meta ideale?Adesso è il Nord. Io vorrei andare a vivere nei Paesi Nordici… proprio per la mentalità!“. La prossima meta? Gli appuntamenti sono tanti. “Tanti progetti sparsi“. Tutto da vedere…

Intanto, torniamo a tavola. Non era proprio lì che ci eravamo lasciati?

Allora eccola, preparata apposta per la vostra degustazione… e il piacere delle vostre papille. Giulia, Vesper… è un primo Abbruzzese, secondo le sue origini. “Un piatto così, con il sugo come faceva mia nonna, basic, è il Top, per me! Ragù… semplice!“, da godersi nella spesa di molteplici, succulenti, bocconi…

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