Vichinghi? I combattenti dalle lunghe chiome color dell’oro… non erano affatto così
Uno studio accurato, edito dalla rivista Nature, riporta i risultati della più estesa analisi di sempre, svolta sui resti di Vichinghi. Ebbene, dall’ispezione ne è emerso che la popolazione in questione fosse assai più complessa, per DNA ed abitudini, di quel che, fino ad ora, ci è stato tramandato.
Secondo il professor Eske Willerslev, noto genetista, direttore del Centro di Geogenetica dell’Università di Copenaghen e membro del St. John’s College dell’Università di Cambridge, i libri di storia andranno aggiornati.
I Pirati provenienti dalle Terre fredde che hanno, in effetti, costellato il nostro immaginario – in riferimento al periodo che intercorre tra l’anno 800 e il 1050 – hanno dismesso i panni, talvolta leggendari, a cui siamo avvezzi, per regalarsi – e regalarci – risultanze genetiche del tutto inaspettatte.
UN MIX DI PROVENIENZE
Willerslev, primo autore della ricerca, ha raccontato come, differentemente da quanto si possa supporre, si trattasse di razze miste, non omologabili, la cui provenienza risulta figlia di sentieri non unicamente scandinavi.
Addio sogni adolescenziali di eroi combattenti dalle folte chiome bionde…
I Gruppi universitari di Cambridge e Copenaghen hanno unito le forze, per trarre le dovute conclusioni. Sei anni di lavoro, in cui sono stati esaminati i reperti di 442 Vichinghi, per lo più maschi adulti, ma anche donne, ragazzi e bambini, rinvenuti in più parti del Nord Europa. L’area più battuta, forse, quella di Orkney, in Scozia, in cui l’attenzione si è riversata sui denti e su parte dell’osso temporale degli scheletri.
IL VICHINGO NERO
Come spiega un secondo esperto, riemerge l’epopea del Vichingo Nero, sorta di figura mitologica realmente esistita, ma di cui non si possiede testimonianza attendibile. I ricercatori sostengono che, ancora oggi, parte dell’etimologia in questione sia ricavabile nei tratti che caratterizzano il 6% degli inglesi e almeno il 10% tra i danesi.
POPOLO DI COLONIZZATORI
Ma c’è di più. Ulteriori informazioni si sono assunte, riguardo alle migrazioni dei ‘nostri’. Noti soprattutto per le spedizioni via mare, spesso – è vero – razziavano villaggi e monasteri ma, altrettanto, erano soliti attuare una forma di baratto lasciando, di contro, pelli, grasso di balena, rame e quant’altro.
Si è potuta verificare, in questo modo, una colonizzazione a largo raggio, che ha interessato, partendo dalla Norvegia, Irlanda, Scozia, Islanda, Groenlandia. E, ancora, dalla Danimarca, l’Inghilterra e poi, di nuovo, dalla Svezia, il territorio Baltico. Viaggi intensi, snervanti, condotti, in genere e stando a quanto emerso, da membri provenienti dallo stesso ceppo familiare.
Infine, un’ultima nota. E’ curioso notare come il popolo dei Pitti, venuto a stretto contatto con i Vichinghi, ne abbia assunto le consuetudini, facendole proprie, pur denunciando origini assai differenti.
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