Evoluzione della specie… e il Grifone se ne va
Eccole qui, tutti in fila, educatamente allineate prima della… sparizione. Non, non è uno scherzo questo, bensì l’elenco, feroce, inesorabile, di tutte le specie di cui l’uomo – volutamente o meno – ha fatto scempio e che si apprestano a sparire – completamente – dalla faccia della Terra.
Ma vediamole. Si va dal Grifone alla Trota mediterranea; dal Tritone crestato italiano alla Lontra; dall’Orso bruno marsicano al Lupo, al Camoscio appenninico, fino alle Farfalle e agli impollinatori. Lista, che prosegue con la fauna presente nel Mediterraneo: Squali, Delfini, Tartarughe Caretta caretta.
Dite la verità. Alcuni non li conoscevate neppure, vero?
Ebbene, Legambiente ha pensato, nel frangente della Giornata Mondiale dedicata alla Fauna selvatica, di stilare una classifica delle 12 razze a rischio di estinzione, nel nostro Paese.
Un report ricco di dati, che porta con sé anche una serie di proposte pratiche per arrivare al 2030, sorta di Anno Zero, in termini di salvaguardia ambientale.
E, tra le numerose tipologie di animali prese in esame c’è anche Lui, il Grifone – Gyps fulvus, per la scienza – tra i più imponenti uccelli presenti in Italia. Un avvoltoio, che può raggiungere un’apertura alare di 280 cm e un peso variabile tra i 6,5 e i 12 kg. Mica male!
Un esemplare permeato di mitologia, perennemente sospeso tra leggenda e realtà e particolarmente inserito nell’araldica. Sarà per via dell’aspetto, fiero e regale, che particolarmente si presta ai simbolismi. Oppure per l’eleganza misteriosa, la bellezza inquietante che pare figlia dell’inconsueto accoppiamento tra un leone e un’aquila.
C’è da dire che le risorse messe in campo per proteggerne l’esistenza non si contano e, sebbene ripagate da una crescita – sia pur minima – della popolazione, i numeri non bastano, tuttavia, a tutelarne la conservazione. Troppe poche coppie quella a disposizione, per supportare una persistenza a lungo termine (ne occorrerebbero almeno 70). Una messa in discussione, avvalorata anche dalle continue minacce.
L’uso illegale di bocconi avvelenati; il calo del tasso di mortalità del bestiame, con conseguente inferiore disponibilità di risorse; i disturbi antropici, diretti e indiretti; l’intossicazione da sostanze chimiche e da piombo adoperate nella caccia… Ed ancora, malattie, perdita, frammentazione e alterazione degli habitat costituiscono, ad una ad una, le ragioni d’essere di un’abbandono che, nel momento in cui troverà concretezza, cancellerà con sé anche le ultime tracce di un mondo affascinante, costellato non solo di bellezza, ma pregno, pure, di esoterismo e magia.
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