Quella faccia tosta che ti conduce fin sul Podio
Dunque, hanno vinto quelli che la faccia tosta se la infilano nel taschino e se la portano appresso, dovunque vadano. Un, due, tre, contro ogni previsione – che la Giuria Demoscopica, nelle serate precedenti, aveva decretato tutt’altro – in questa più unica che inconsueta edizione del Festival della Canzone Italiana – la 71esima, per la precisione, vincono i Maneskin.
E’ notte fonda quando, sul Palco dell’Ariston, attendono, i 4 giovinastri, di sapere a chi spetterà l’ambito Premio. Accanto a loro, riconoscimento Bigazzi tra le mani per la miglior composizione musicale, Ermal Meta ed, emozionatissimi – a dire il vero più il primo che l’altra – Fedez e Francesca Michielin.
E, viene da commentare: ‘Chi se lo sarebbe mai aspettato?’ perché, fino a poco prima, i giochi sembravano fatti. A discapito forse, anche, di pezzi meritevoli, ma che finivano per confondersi nel mare magnum di canzoni – 26, un numero infinito – non tutte incisive, come magari avrebbero dovuto.
Se c’è, tuttavia, una realtà indiscussa, è che i 4 siano, a cominciare dal loro frontman, a tutti gli effetti ‘animali da palco‘. Lo hanno dimostrato in più occasioni e, financo in questa. Il pubblico – fosse pure quello da casa – se lo sono divorato. Sono rock, del resto, fino alle radici, tanto che, in conclusione di performance, Damiano carica sulle spalle l’amico e chitarrista, come etichetta richiede, appunto, secondo lo stile citato.
Spontanei? Studiati? Questo non è dato sapere. Di sicuro, ben escogitati e dotati di quell’anima nera necessaria per risultare credibili agli occhi degli spettatori.
‘Zitti e buoni‘ si intitola il brano, ma loro si evincono tutt’altro. Si spendono, su quei pochi metri di pedana, tanto che a fine spettacolo il leader, fagocitato dall’emozione – si piega a terra, stremato, continuando a sussurrare: “Non è possibile…” Eh sì, perché ce lo si dimentica, ma sono ancora talmente giovani…
Victoria, Damiano, Thomas ed Ethan hanno, tuttavia, a loro favore, l’audacia e la coerenza di chi porta avanti un discorso lineare, continuo. Poco importa arrivare secondi, come era accaduto nel 2017, in quel di X Factor, o classificarsi al Primo posto. Il punto è che hanno dimostrato più volte, sfacciati, irrequieti e dannatamente belli, di essere comunque vincenti.
Niente stramberie, se non quando si esibiscono e un impegno costante, dietro ogni nuovo lavoro.
Chi hanno preferito tra i colleghi? Madame, rispondono, e ne hanno ben donde. Ma anche Max Gazzè ed Orietta Berti, a riprova che quando si è ‘fuori’ , ci si dispiega al di là di ogni pregiudizio.
E quando gli si domanda del brano che li ha condotti al Trofeo rispondono che è nato tanto, tanto tempo fa, prima ancora di partecipare al Talent che li ha condotti al successo e poi, passo passo con gli elementi del gruppo, ha cambiato pelle. E’ cresciuto. Si è evoluto, anzi, accomodandosi nel proprio titolo solo all’ultimo istante, come da consuetudine, stando alla band.
Ecco, tutti un passo avanti, suggerisce Amadeus, a favore dei fotografi. Un ultimo abbraccio con Fiore, che anche questa l’abbiamo portata a casa. E fa specie il colpo d’occhio su un trio che sembra provenire da un universo collaterale. Ermal fa caso a sé, è vero, ma gli altri sbarcano – chi come giudice chi come concorrente – da quello che – a buon diritto – è considerato l’erede designato di Sanremo. Come a dire che tutto torna.
Ora manca solo che il cerchio si chiuda. Ma già si vocifera, dato il diniego di Ama per il prossimo anno, di un possibile approdo in Rai di Alessandro Cattelan, reduce da Sky. Brusii, per ora, nulla di più. Tuttavia, per un capitolo che si chiude, si prepara già una nuova storia. E chissà…
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