Ad ogni ‘fase shape’ la sua scollatura…

Ad ogni ‘fase shape’ la sua scollatura…

Decolleté. E beh, cosa c’è da dissertare? A cuore, tondo, a V, oppure dritto. Lo scollo dell’abito o del maglione, della camicia che abbiamo indosso può disegnarsi in svariati modi. Ma, forse, non tutti sono al corrente che, nella selezione, incide anche la fisiognomica del volto.

Cosa? E che nuova è questa?

Già, la face shape si ripercuote sull’outfit e viceversa.

Che, a ben pensarci, non è poi così male, giacché ci fornisce le linee guida, per privilegiare un capo d’abbigliamento, piuttosto che un altro. Forma e profondità della scollatura diventano i ‘fattori‘ da notare, quelli di cui tener conto, insomma, una volta preso atto di quanto ci racconta lo specchio.

Dunque, entriamo nel dettaglio…

Definire un viso ovale vuol dire rintracciarne, nelle fattezze, i canoni classici. La perfetta simmetria tra le parti, in cui le proporzioni si riscontrano regolari. La forma ‘ideale’, per dirla in breve, senza particolari sporgenze, priva di spigolosità. E, con le suddette premesse, come intuibile, ogni capo d’abbigliamento è quello giusto.

Non esistono limiti ma… occhio al collo. Qualora non fosse paragonabile a quello di un cigno, prediligete scolli a V o a U, che tendono ad allungare. Diversamente, un girocollo, uno scollo a barchetta, si riveleranno la soluzione che stavate cercando.

Quando spicca una certa tendenza al verticale, allora stiamo parlando di un volto oblungo. Dai lineamenti, in genere, asciutti, si sviluppa, tendenzialmente, nella parte bassa. Gli spazi che distinguono i vari elementi, dagli occhi al mento – per essere più chiari – sono molto più estesi, rispetto a quelli che, dalle palpebre, scansionano le sopracciglia e poi la fronte, fino a raggiungere l’attaccatura dei capelli.

Il segreto, in questo frangente, è minimizzare le distanze, aiutandosi con scollature poco evidenti, dal timbro orizzontale. Sdoganati colletti, andamenti curvilinei, fantasie. No al rigato, né a bijoux, evidentemente pendenti.

Quando, dall’analisi facciale, i tratti si distinguono per la spigolosità, con la mascella in evidenza, posta sulla stessa linea d’ampiezza delle tempie, allora siamo al cospetto di quello che gli esperti definiscono un viso quadrato. Qui, l’obiettivo sarà, quindi, secondo la legge della complementarietà, quello di smussare là dove serva, addolcire, semmai allungare.

Funzioneranno bene tutti gli scolli verticalizzanti: a V, ad U, purché mediamente o molto profondi; mentre un no secco va al collo alto e al ‘senza spalline’, con taglio orizzontale, che tenderebbero ad enfatizzare ulteriormente la mandibola.

Linee di contorno morbide e guance piene? Eccola, la raffigurazione del viso rotondo. La fisionomia, relativamente corta, pretende di essere slanciata e definita. Meglio rimanere alla larga, pertanto, da maglie girocollo.

Ottime, sono invece le scollature profonde e verticali, oppure i tagli diagonali, come i monospalla, insostituibili nell’effetto ‘slancio’. Completare il look con pezzi studiati – rigato, collane a pendaglio, un blazer con reverse stretti e sottili – si rivelerà l’intuizione, per portare a termine la missione, senza sbavature.

Quando la zona della fronte si mostra assai più estesa del resto del viso, che si caratterizza per il mento, sottile e affilato, allora abbiamo a che fare con un volto, detto a triangolo rovesciato. Se l’attaccatura dei capelli tende a manifestarsi stretta, allora il viso va considerato a cuore. Giacché assai simile al precedente, le limature andranno interpretate, per entrambi, nel medesimo modo.

Favorite – questo è il consiglio – tutto ciò che è tondo. Funzionano, inoltre, su questo tipo di figura, le scollature da red carpet: l’omerale o lo scollo a cuore, con o senza spalline.

Dicesi viso a diamante quello, regolare nelle proporzioni, alla guisa dell’ovale, ma più strutturato, con zigomi pronunciati, rispetto a fronte e mascella. Vero punto di forza, in fondo, del suddetto soggetto.

Ebbene, anche stavolta è il caso di ammorbidire. Eliminate il rigore e preferite, in alternative, le morbidezze, le flessuosità. Sarà un gioco da ragazzi rendersi conto di come, con un pizzico di consapevolezza, si possono produrre risultati eccellenti.

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