Traslocando: ‘canzonette’, che vanno a braccetto con il Pride
Si pronunciano anni ’80 e, di questi tempi, si ‘sfonda una porta aperta’, nel senso che l’azione di revival vola, di ora in ora, e si ricava il proprio spazio ovunque: nell’abbigliamento, nelle fiction, financo nei vinili. Ed ecco che, di colpo, ci troviamo catapultati nel 1982, momento ‘storico’ per la musica, di intellettuale lignaggio. I cantautori Italiani erano nel pieno della loro creatività: Dalla, De Gregori, Daniele, De Andrè, Venditti, Battiato… impreziosivano gli spartiti di album, che avrebbero segnato la storia.
Tra loro, anche Ivano Fossati che, per l’occasione, produsse, come pure scrisse e arrangiò Traslocando. Un lavoro – anche se forse meglio sarebbe dire un ‘capolavoro’ – il cui punto più alto si raggiunse, in simbiosi con una Loredana Bertè, anch’essa in stato di grazia. Di ritorno in Italia dopo l’esperienza newyorkese, la ‘nostra’ non solo aveva registrato Made in Italy, ma era pure entrata in relazione con la Factory di Andy Warhol. Insomma, tra marzo e aprile il più era fatto.
Adesso, a quasi 40 anni di distanza, si intraprende per l’album una nuova vita. In versione vinile, esce nuovamente, proprio oggi, 28 giugno, nell’ambito della 70Bertè – Vinyl Collection che, dopo le tre imprese precedenti, si concluderà, a settembre, con la pubblicazione di Bandabertè.
Un evento, che avviene in occasione del Pride 2021, con una Limited Pride Edition, composta da un picture disc, l’Lp in vinile 180 grammi e una busta interna, personalizzata.
Un operato, del resto, di inestimabile valore, commistione di suggestioni ed esperienze assunte. Qui, reggae, rock, ballate e canzoni – pop e dance – si fondono con la scrittura d’autore, in una serie di brani, la maggior parte dei quali firmati, appunto, Fossati, che permisero, allora, alla cantante, di mettere a fuoco uno stile, estremamente personale.
Un disco, in cui non mancano i classici, vd. Non sono una signora, sorta di ‘signature song’ per la Bertè, ma i gioielli che lo caratterizzano sono anche altri: da Traslocando a Stare fuori, a J’adore Venice, tornata in auge neppure troppi anni fa, per essere stata inserita nella colonna sonora del film di Luca Guadagnino: Chiamami col tuo nome. Una sintesi, più in generale, di multi color e sfaccettature, che vede la partecipazione, tra gli altri, di Maurizio Piccoli, Mia Martini e Renato Zero.
Un successo da oltre un milione di dischi, che ora ritorna, per aggiungersi di qualcosa di più. Si arricchisce del senso di inclusione e trasversalità, insito nelle battaglie contemporanee. Assume colori e denominazioni più ampie e, intanto, continua ad accarezzare l’idea di una dimensione artistica open mind, riflessione, che trova la sua conferma nella personalità e nell’anima di una tra le più gloriose interpreti del panorama musicale nostrano.
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