Quel posticino indimenticabile… tra storia e buon mangiare
Al civico 200 di via Cola di Rienzo non ‘si respira’ più l’aria di una volta. Vale a dire che la storica serranda di Franchi è ormai abbassata per sempre. “E’ un pezzo del quartiere che se ne va“, è uno tra i tanti commenti. “Tutti sempre eleganti, con le camicie bianche e le cravatte nere. I pacchetti, chiusi con gli elastici. I polli arrosto, i supplì e le crocchette. Già mi manca“, rinfocolano altri. E, ancora: “Dispiace“. Sembra un unico coro, quello che si assiepa al di là della porta di una tra le più rinomate gastronomie della Capitale.
“Correva l’anno 1910 quando, dal territorio di Norcia, emigrarono a Roma due fratelli, per realizzare i propri sogni“, si evince tra gli accenni biografici dell’Attività, presente sul sito internet, ancora attivo. Come anche il numero di telefono, a cui – però – non risponde nessuno. “Si chiamavano Benedetto e Felice Franchi. Iniziarono la loro impresa come ‘garzoni di bottega’, nella vendita di prodotti alimentari e la loro passione li portò, ben presto, ad entrare, negli anni ’20, in cointeressenza tra loro, per la gestione di due botteghe distinte, site nel quartiere romano di Borgo Nuovo e via Cola di Rienzo“.
Immediatamente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, i due parenti sciolsero il legame lavorativo, dividendosi la titolarità dei due punti vendita. Benedetto prese a pieno la gestione della Bottega di via Cola di Rienzo, angolo Via Terenzio. Pietro, invece, negli anni ’60, ereditò gli insegnamenti del padre, unitamente alla gestione del negozio, che divenne uno tra i principali approdi, nel panorama dell’enogastronomia romana di qualità.
Storia, che lascia in cuore un pizzico di nostalgia, perché racconta di qualcosa radicato dentro ciascuno di noi. Parla di tradizioni, di un tessuto di abitudini che, in qualche modo, hanno finito per rappresentarci… di quelle danno un senso alle parole famiglia e familiarità.
Intanto, e c’era da aspettarselo, sono già partite le scommesse su ‘chi ‘verrà dopo. D’altronde, la posizione è ghiotta, in una delle vie di shopping più famose di Roma e a due passi dalla Basilica di San Pietro. Le mura rimarranno della vecchia proprietà. Questo è certo. Per il resto, si vocifera di Castroni che, in quanto a food, può ritenersi altrettanto leader di settore.
Sia chiaro, non si tratterà dell’ennesimo store. Il tema – inevitabile – rimarrà concentrato sull’alimentare, ma in serbo pare ci siano parecchie novità. “Siamo ancora in alto mare“, si sbilanciano dai piani alti dell’Azienda, ma in pentola, è più che certo, bolle qualcosa.
I residenti della zona ipotizzano che possa sorgere, sul sito, un wine-bar. Anche se è ancora tutto da vedere. Quel che, invece, è sicuro, è l’intenzione di creare una sorta di continuità con il passato. Un collante, che non accenna a tramontare secondo, tuttavia, una chiave moderna. Inedito punto di raccordo per i ragazzi di ieri e di oggi.
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