Siete ‘Senza fondo’? Allora godetevi tutto il meglio della cucina romana… e romanesca

Siete ‘Senza fondo’? Allora godetevi tutto il meglio della cucina romana… e romanesca

Il primo – come è doveroso che sia, apre a Roma, proprio nel cuore della Capitale, nei pressi di piazza Navona. Senza fondo, il nome per quella che più che una promessa, pare rappresentarsi come una vera minaccia. Formula di matrice tipicamente orientale, dunque, per sapori che, tuttavia, si rivolgono a palati selettivamente ‘nostrani’. Anzi: de noantri, per dirla in maniera più verace.

Per domenica a pranzo c’è ancora qualche posto libero“, fanno sapere i proprietari. Doppio telefono in mano, al momento dell’avvio, per prendere le prenotazioni e rispondere, in contemporanea, alla stampa. A dirla tutta, il locale, situato in via del Teatro Pace, 44, si intitola Navona Notte, ma ciò che lo distingue dalla concorrenza è la formula del menù: all you can eat. Una pensata, che assomiglia tanto – di questi tempi – ad una boccata d’aria fresca e si rivolge ad una clientela espressamente capitolina. Che poi si tratti di oriundi romani o di turisti, in giro per il centro, poco importa.

Esordio, dunque, poche settimane or sono, il 30 aprile, per quello che, confessa chi l’ha ideato, altri non è se non il “tentativo di uscire da tutto quello che abbiamo passato in questo anno. I Romani sono diventati poveri, così – si lascia intendere – abbiamo concepito una proposta solo per loro, quelli veraci“. Pur non abbandonando i capisaldi à la carte, pertanto, per i più ‘coraggiosi’ e risoluti si aprono le porte – e le fauci – al “mangia tutto quel che puoi”, in versione Made in Italy. Anzi, Made in Rome. Così, largo a coratella con i carciofi, polpette, amatriciana, coda alla vaccinara, cacio e pepe. I grandi classici, tra cui lesina, ahinoi, unica pecca, la presenza della pajata. Le materie prime sono quelle del territorio, si specifica, come se non si capisse già da sé. Per cui, se si pronuncia guanciale, proviene sicuramente da Amatrice; il vino è dei Castelli e, più recente, il pecorino lo si porta in tavola, esclusivamente biologico.

Ci attende, dunque, una cena pantagruelica? Niente affatto. Il buon senso è la chiave con la quale approcciare al ristorante. Il segreto – si confessa – sta nelle porzioni. Basta farle “più piccole“, tenendo, però, ben conto, che si rischia grosso, se si rimanda indietro un piatto non perfettamente ‘ripulito’. “Guai a chi lascia qualcosa nel piatto. Se succede, dovrà pagare una penale“, viene assicurato, sulla falsariga di un modus operandi che, presso i Paesi del Sol Levante, risulta in grande auge.

Ma c’è un altro monito da tener presente, rivolto soprattutto alle schiere dei furbetti e dei golosi: “Se delle persone, sedute allo stesso tavolo, vogliono mangiare a volontà, devono ordinare tutti il menù Senza Fondo. Chi vuole solo la pizza dovrà sedersi a un altro tavolo. Tranne i bambini piccoli, per loro è gratis. Quelli sopra gli 8 anni riceveranno, invece, il 50% di sconto“.

Il costo totale – va detto – è di 19,50 euro a pranzo; mentre la sera la cifra sale di poco, raggiungendo i 25,50 euro, così come la domenica e i festivi, in qualunque orario, bevande escluse.

Non ci limitiamo, nel ricordare, che è necessaria la prenotazione, per una capienza, all’aperto, di circa 30 coperti. “Non vediamo l’ora” è stata la premessa, al debutto. Ma è anche l’appello rivolto al futuro. La speranza di vederli tutti nuovamente pieni, quei posti, come accadeva un tempo. La voglia di sapere che si lavora per qualcosa di concreto, stabile, duraturo. La fame – che a questo punto cade ‘a cecio’, di portare le tradizioni di chi ci ha preceduti tra le forchettate di chi, oggi, assapora piatti capaci di raccontare una storia, intramontabile ed infinita.

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