Il turismo impenna a Ferragosto
E’ festa e lo è a tutti gli effetti per uno tra i settori più martoriati della stagione 2020/21. Bisognava attendere i giorni del Ferragosto, evidentemente, per veder nuovamente salire le cifre delle prenotazioni. Riservato – così raccontano i dati – oltre l’89% delle camere disponibili sui principali portali delle agenzie online.
Complessivamente, fra il 13 ed il 16 agosto, si stimano 11,5 milioni di pernottamenti e 1,4 miliardi di spesa turistica. A certificarlo, il Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, sulla saturazione dell’Offerta Ricettiva Nazionale Disponibile Online per i giorni centrali di agosto. Le prenotazioni – e c’è da tirare un sospiro di sollievo – raggiungono picchi di oltre il 95%, per le località balneari, laghi e montagna.
E neppure le aree green paiono cavarsela male. Campagna e collina registrano l’86,7% delle camere prenotate, come pure le destinazioni montane, con tassi di occupazione media, intorno al 91%. C’è spazio persino per le Terme, che segnano il 75,6% di saturazione. Diverso è se parliamo di Città d’arte, dove l’incremento è minimo (77,3%). Dunque, sarà pure la necessità di fuggire dal caldo rovente di queste ore, fatto sta che, ai primi posti, si attestano Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta e, a seguire, Marche, Abruzzo, Puglia, Sicilia e Sardegna.
“Adesso è importante evitare frenate. Preoccupa, in particolare, la possibilità di nuove restrizioni alle attività turistiche, in seguito all’aumento dei contagi in alcune regioni. Ma chiudere non si può più. Dobbiamo, piuttosto, imparare a convivere con il virus. Il Green Pass turistico è uno strumento che va in questa direzione, ma va reso meno oneroso e più facile da gestire per le Imprese“. Insomma, da Confesercenti si hanno le idee chiare.
Non solo. Cambia financo il modo di progettare le vacanze e a sottolinearlo è Coldiretti. Sono in costante aumento coloro che cercano ferie “all’insegna della buona tavola e del relax all’aria aperta, ma anche della sicurezza“, visto che le campagne sono i luoghi maggiormente predisposti, in questo senso.
Il tutto, nonostante la scarsezza di presenze ‘straniere’, soprattutto nei siti privilegiati dalla clientela estera, dove la presenza, in anni pre-Covid, arrivava a pesare fino al 60% del totale. La spinta verso un turismo ‘sicuro’ e di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori, ha portato questi ultimi ad incrementare l’offerta di attività, dal pranzo sul plaid en plain air, all’agri-aperitivo a bordo piscina o tra i filari. Ma c’è anche chi si è attrezzato per ospitare i commensali nel granaio o sulle balle di fieno nell’aia o, magari, ha organizzato cene romantiche tra i vigneti.
Proposte, che vanno ad aggiungersi a servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking o attività culturali, come la visita di percorsi archeologici o naturalistici; ma anche corsi di cucina e wellness.
Fenomeno, che si traduce in più di 24mila Aziende agrituristiche disseminate nel Belpaese, capaci di offrire oltre 262 mila posti letto, 462 mila coperti per il ristoro, 11.600 mila piazzole per l’agricampeggio e circa 1500 attività di fattoria didattica per i più piccoli.
“L’agriturismo svolge un ruolo centrale per la vacanza post Covid… In quasi 2 comuni Italiani su 3 sono presenti strutture, con una netta prevalenza dei piccoli Comuni, dove nasce il 92% delle tipicità agroalimentari Made in Italy“. E speriamo che si tratti solo di un inizio…
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