Cara Elisabetta… vabbè, è andata così!
Sanremo e… non c’è che dire. La kermesse vanta infatti, tuttora, la capacità di ‘smuovere le acque’. Esistono, al suo corrispettivo – esperienza ce lo ha insegnato – un prima e un dopo.
Pregni di proposizioni, di accadimenti e di… polemiche. Così, l’ultima vede protagonista Elisabetta Canalis. Chiunque, spettatore della Manifestazione, l’avrà notata, protagonista dello spot, a favore della Regione Liguria. Ebbene, i 30 secondi andati in onda in luogo dell’evento canoro sono diventati incandescenti.
Oh, non pensate si tratti di immagini hot. Tutt’altro. Qui si parla di soldi. Anzi, soldoni, dal momento che il compenso per il girato equivale a 100 mila euro. Un cifra da capogiro, se si pensa che – stando a quanto sostengono i detrattori – “La soubrette promuoveva la riviera, dalla sua casa di Los Angeles“.
Una querelle, che ha richiesto l’intervento, perfino, del Presidente di Regione Toti. Quest’ultimo ha chiarito che la spesa fa parte di un paniere da 204mila euro, finalizzati ad una campagna, che proseguirà lungo l’intero anno. “Questi costi, parametrati al pubblico che ha visto il Festival, valgono lo 0,01% del contratto“. Uno tra i migliori investimenti mai visti, ha aggiunto, a sottoscrivere una scelta, a detta di molti, ambigua.
“Una situazione surreale“, c’è – infatti – chi non ha perso tempo a controbattere. Di fatto, a noi popolino, rimane il dubbio, ingenuo e penetrante: “Perché per pubblicizzare la Liguria si è pensato di arruolare una donna nata in Sardegna, che peraltro vive all’estero?“.
Certo, sul palco dell’Ariston, la bella Elisabetta c’è salita. Certo, a suo tempo, la relazione con George Clooney l’ha elevata a simbolo dell’italianità in tutto il mondo, ma un tantinello continuiamo a rimanere perplessi. Lontani dal voler aizzare chissà quale diatriba, ci limitiamo a riflettere e ad interrogarci e riportiamo la risposta di Toti, scevra da qualsiasi altra considerazione: “L’idea di base è che non solo un ligure può apprezzare le bellezze della Liguria, altrimenti avremmo un turismo autarchico… Si tendeva a proporre un’idea dei ricordi che restano parte del proprio bagaglio di esperienze personali in Liguria, anche vivendo ormai lontani dalla nostra Regione“.
Ne prendiamo atto. Chiniamo la testa. E… se ce lo assicura Lui….
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