Pancarrè: sembra facile e invece… lo è!
Pancarré o, se vogliamo renderla più facile, chiamiamolo pure pane in cassetta. Fatto sta, è spesso elemento immancabile nella dispensa, adoperato per la preparazione dei classici toast ma non solo.
Il nome – pain carré – per chi non ne fosse al corrente, deriva dalla tipica forma quadrata e si narra sia stato ideato nella Torino dell’800. Nonostante si parli di origini non accertate. Dato certo ne è la diffusione, reperibile ovunque e facilmente producibile made at home. Meno soffice del Pan bauletto, si presta ad esser consumato soprattutto caldo, base per il celebre croque monsieur o per i più comuni Canapé da antipasto. Eppure, le possibilità espressive, in cucina, sono numerose, prodotto versatile, divertente, adatto a tutti e a tutte le età…
Vogliamo partire dal consiglio più immediato e pratico? Utilizzatelo per la ricetta del grilled cheese sandwich americano, il caratteristico toast con il formaggio cheddar, o per la francesinha portoghese, tra i cui ingredienti spiccano salsiccia, wurstel, vitello, prosciutto, fonduta di formaggio e uovo fritto. C’è il Monte Cristo sandwich, da riempire, secondo tradizione, con gli avanzi di tacchino del Ringraziamento, per non parlare delle rielaborazioni legate all’Oriente e all’Asia, con tanto di gamberi e semi di sesamo.
Da non scartare, neppure gli involtini, tra le preparazioni più appetitose e giocose. Le fette, in tal caso, vengono appiattite con il mattarello e riempite, ad esempio, con prosciutto cotto e formaggio Emmental, arricchite da una copertura a base di uova e pangrattato. Fritte oppure al forno, si prestano anche in veste di cannoli, sostituendo il pancarré alla cialda, per poi farcire il tutto con una crema di ricotta, prosciutto e parmigiano.
Tra le ricette ‘furbe’ rientra anche la Pizza di pancarré, versione veloce e in chiave casalinga dell’originale. Si prepara esattamente come una pizza in teglia. Alla base, le fette disposte sul fondo e condite con passata di pomodoro, mozzarella e basilico, a formare due strati. Una passata in forno per circa 20 minuti a 190 °C e il gioco è fatto.
Fake pizza, quella appena illustrata, che spalanca le porte ad una serie di libere interpretazioni. Si va dalla Parmigiana alla Lasagna, restando sugli intramontabili, per piatti che presentano facilità di esecuzione e – perché no – un tocco di creatività, che non guasta. Prosciutto cotto e scamorza, tra gli ingredienti e fette di pane imbevute in un miscuglio di uova e latte, nel primo caso. Altrimenti, in un assemblaggio di strati, prosciutto crudo, formaggio tipo Edamer, erbe aromatiche (timo e prezzemolo) e spezie (Paprika e noce moscata), nel secondo.
Che ne dite dei cestini finger food? Si prestano a più soluzioni, da farcire secondo i proprio gusti. In quelli di salame, per dirne una, il Pancarré viene inserito esattamente così com’è (con la crosta, senza bisogno di rifilarlo) all’interno delle singole cavità degli stampi per Muffin e si inforna, per circa 10-15 minuti. Si procede, quindi, all’imbottitura, con quel che si preferisce.
Fantasia e praticità: quando si tratta di antipasti, è senza dubbio la combinazione vincente. Dunque, nella ricerca creativa, largo agli stampini per biscotti. Via libera a forme, cromie, guarnizioni diverse, tipo quelle dei Canapé, farciti con prosciutto cotto, salmone affumicato, zucchine, formaggio spalmabile, scorza di limone ed erba cipollina.
Se si trattasse di gustose polpette filanti? Ideale per ammorbidire gli impasti di carne, pesce o verdure, da utilizzare con o senza crosta e da bagnare con il latte, forma un composto facilmente lavorabile, metodo funzionale e anti spreco, per un risultato comunque d’eccellenza.
Parlando sempre di riciclo, è possibile realizzare – grazie al Pancarré – anche il Pangrattato. Meglio, il Panko Giapponese, che vede proprio nel pane in cassetta la sua materia d’elezione. Basta frullare nel mixer la mollica (privata della crosta). Posizionare le briciole in forno ventilato a 120 °C e farle seccare per 10 minuti. Non devono scurirsi troppo, né abbrustolirsi. Una volta ritirate, vanno lasciale raffreddare e poi passate nuovamente nel frullatore, per ottenere una grana sottile.
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