Rosa…’is the girl’s best friend’

Rosa…’is the girl’s best friend’

In principio fu Marilyn. Ma prima ancora, già nel 1700, le cortigiane più potenti e desiderate ne facevano sfoggio, simbolo di seduzione e charme.

Particolare da
Madame de Pompadour, 1759 – François Boucher

Madame de Pompadour, su tutte, seppe valorizzarne le sfumature, rendendolo a suggello delle preziose ceramiche di Sèvres. La Preferita di Luigi XV nutriva una passione sconsiderata per la tinta che, stando un passo indietro rispetto al rosso, raccontava di femminilità e frivolezza.

Non da meno, l’adoravano Maria Antonietta, come pure Elisabetta II d’Inghilterra. E persino animi crepuscolari come Bodelaire riuscirono ad individuare nel colore: “Armonia, melodia e contrappunto“. Nel rosa, in particolare, il poeta intravedeva: “Un’idea di estasi“.

Signora in Rosa (ritratto di Olivia de Subercaseaux Concha), 1916 – Giovanni Boldini

Ecco allora che, da artista ad artista, di generazione in generazione, la tonalità passò, agli inizi del ‘900, dalle abili mani di Boldini a quelle di Lavery. Stesso titolo: ‘Signora in rosa‘. Stessi anni, più o meno, per celebrare la bellezza femminile con una grazia che non chiede commenti. Perfino Claude Monet volle assurgerla a must, rendendola protagonista delle sue ‘Ninfee‘.

Nell’aria ritrovo un colore che avevo scoperto ieri e abbozzo su una delle tele. Immediatamente il dipinto mi viene dato, e io cerco di fissarlo il più svelto possibile, in modo definitivo. Ma, di solito, scompare quasi subito, per lasciare il posto a un colore diverso, già registrato giorni prima in un’altra tela, che mi viene messa davanti, immediatamente. E si continua così, per tutta la giornata…“, confessava il celebre pittore.

Più in là, gli fece da controcanto Elsa Schiaparelli: “Il colore all’improvviso mi si parò dinanzi agli occhi. Impossibile, brillante, sfrontato, bello, pieno di energia, come tutta la luce, tutti gli uccelli e tutti i pesci del mondo insieme. Un colore proveniente dalla Cina e dal Perù, non occidentale, un colore “shocking”, puro e non diluito“, raccontava, cieca d’amore, la stilista.

Che, divertita, commentava: “Questo magenta intenso fu chiamato rosa shocking negli anni trenta, rosa caldo negli anni cinquanta, e rosa stravagante negli anni sessanta… Appare nell’avanguardia di più di una rivoluzione giovanile… ad alcuni canta, ad altri urla”. Degno competitor del Petit noir, della rivale di sempre, Coco Chanel. Ed è proprio della ‘Schiap’ – sopannome con cui la stessa si burlava di sé – il merito dell’abito indossato dalla Monroe nella indimenticabile scena della pellicola che, in buona parte, la consacrò come diva: Gli uomini preferiscono le bionde (1953).

https://youtu.be/knLd8bfeWtI

Del resto, si infatuò del rosa, irrimediabilmente, la First Lady d’America, Jacqueline Kennedy, prediligendolo nella scelta dei suoi outfit.

Dal Grande Schermo alla Politica, e ritorno. In Cenerentola a Parigi (1957), Audrey Hepburn seppe farne un vero inno al ‘Think pink’.

Ma già sul finire della Seconda Guerra Mondiale, il musical Ziegfeld Follies (1946) ne aveva esaltato le enormi possibilità, osannandone le infinite declinazioni. E non c’è star, da Doris Day a Pink, da Reese Witherspoon a Lady Gaga, che non abbia ceduto, anche solo per poco, alla sua malia. Non ultima, Madonna.

La rivincita delle bionde, 2001 – Reese Witherspoon

Non ne ripudiano l’origine neppure le lacche orientali, che dai toni vividi hanno ricavato la propria fortuna. E c’è chi, come Valerie Steele, storica della moda e direttrice del Museum at FIT di New York, ha inteso dedicare all’argomento una mostra e persino un libro: Pink: The History of a Punk, Pretty, Powerful Color (Thames & Hudson, 2019).

Elegante, nelle versioni Emporio Armani, Blumarine, Ermanno Scervino, Ferragamo, Iceberg, Prada… eclettico, nell’interpretazione firmata Marc Jacobs, Oscar de la Renta, Balmain, Nina Ricci, Dolce&Gabbana… romantico, nella versione Vivetta, Philosophy, Luisa Spagnoli.

Grand Budapest Hotel, 2014 – Wes Anderson 

Se ne è in-vestita anche colei che, in qualche modo, le Top Model le ha inventate: Veruschka. Di fatto, è il tripudio dell’allegria, del buon umore. Pietre, fiori… tutto parla del rosa.

Veruschka

Secondo la cromoterapia, influisce positivamente sul metabolismo e sul sistema nervoso ed immunitario. Simboleggia freschezza e perfezione, altruismo e apertura all’ascolto. Dall’abbigliamento all’arredamento il passo è breve. C’è chi lo rivendica per la propria stanza da letto e chi, a tutti i costi, lo pretende per le pareti e gli accessori della cucina.

E’ il mondo di Barbie, che si estende fino alle facciate dei palazzi e oltre… senza confini, perché l’immaginario non ne possiede. Viaggia libero, mano per mano con la fantasia.

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