Fish & Chips: il piatto ‘cult’ diventa… vegano

Fish & Chips: il piatto ‘cult’ diventa… vegano

La pietanza è, forse, la più democratica della storia d’inghilterra, adatta come era – e come è – ad ogni tipo di portafogli. Pensate, spiccava già, nella prima metà dell’800, tra le più sviscerate pagine di Charles Dickens. L’autore, per bocca del suo protagonista, Oliver Twist, parla di una fried fish warehouse; ovvero una bottega, specializzata in pesce fritto. L’accoppiata con le patatine avvenne successivamente ed è tuttora in corso una diatriba sulla paternità (o maternità) dell’idea, rivendicata, evidentemente, da troppi.

Fatto sta, nel 1860, Joseph Malin aprì, nell’East London, il primo chiosco, in cui merluzzo e patatine venivano fritti e serviti insieme.

Ebbene, tempi che cambiano e, con essi, le abitudini. Dunque si appresta a scalzare la versione classica l’ultima nata, di ‘ordine vegano’, di tendenza sia nei locali londinesi sia nei blog britannici, più in generale. E, andando ad indagare, sono due le varianti maggiormente accreditate, in cui il filetto di pesce viene sostituito, anche se in maniera differente.

Vi domandate come? Se la prima prevede fiori di banana in scatola, l’altra si serve di tofu e alga Noori. Mix, per intenderci, fra tradizione inglese e nipponica, basata su ingredienti tipici dell’Asia, ma con un savoir faire decisamente british.

Il segreto, a quanto pare, risiede nella marinatura del tofu, che deve arrivare al giusto umami e riposare, preferibilmente, una notte. Per recuperare quanto più possibile la consistenza del pesce, poi, entrano in gioco un taglio particolare e l’alga, appunto, che, posizionata a coprire, prende il sapore della pelle di merluzzo.

‘Vegan’… per 4

Non ci si può occupare della ricetta, senza aver prima menzionato il contorno, irrinunciabile, del piatto: le patatine. 3/4 patate a pasta gialla, a taglio ‘rustico’ andranno ripassate nella stessa pastella, preparata per il tofu.

Tofish & Chips

Ingredienti

Per il filetto:

1 tofu (420 gr) scolato e schiacciato

1/2 tazza di brodo vegetale

2 cucchiai di succo di limone

1 cucchiaio di pasta di miso bianco

1/2 cucchiaino di cipolla in polvere

1/2 cucchiaino di aglio in polvere

1/4 cucchiaino di sale

Per la pastella:

1 tazza di farina

1 cucchiaino di paprika

1 cucchiaino di aglio in polvere

1/2 cucchiaino di sale

1/2 tazza di acqua frizzante o birra

1 foglio di alga noori

q.b. olio per friggere

Esecuzione

Dopo aver scolato e pressato il tofu, sezionarlo in 4 porzioni: 2/3 cm di larghezza basteranno. Incidere la superficie di ognuna, in modo che la marinatura penetri a fondo. Per quest’ultima, miscelare brodo vegetale, succo di limone, pasta di miso bianca, cipolla in polvere, aglio in polvere e sale. Le fette di tofu andranno fatte riposare, per un minimo di un’ora. Per ricreare la pelle, tagliare la Noori delle dimensioni dei filetti, poggiandola delicatamente dal lato dell’incisione.

E’ quindi la volta della pastella: in una ciotola, unire farina, paprika, aglio in polvere e sale. Aggiungere 1 tazza di acqua gassata o birra. Mescolare. La quantità di liquido dipende dalla consistenza della pastella. L’aspetto dovrà risultare denso, corposo.

A fuoco medio-alto, procedere alla frittura. Versato olio a sufficienza, il tofu dovrà stare 2/3 minuti per lato. Ripetere l’operazione con le patate, tagliate a spicchi e immerse nella pastella, fino a renderle dorate.

Un’aggiunta di sale grosso, una spruzzata di limone o una salsa d’accompagnamento, studiata per l’occasione, completeranno il tutto… e buon appetito!

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