Rieccoci ai soliti ‘furbetti’ di… Montecitorio

Rieccoci ai soliti ‘furbetti’ di… Montecitorio

Chiunque siano, immediata sospensione“, tuona Salvini. Anche se, al suo disappunto, siamo ormai ‘abbastanza’ avvezzi. “Una vergogna“, commenta – dal canto suo – Zingaretti, leader del Pd. E persino il serafico Di Maio fa sentire la propria voce: “chiedano scusa“.

La bomba è esplosa in maniera talmente deflagrante, che è pressoché impossibile non esserne a conoscenza, ma per i pochi a cui la vicenda fosse sfuggita, ecco – in resuming – i fatti.

Nonostante lo stipendio – stiamo parlando di una cifra che si aggira intorno ai 12/13 mila euro mensili – in piena emergenza Coronavirus, 5 deputati hanno pensato di approfittare del bonus, introdotto dal Governo, in favore dei lavoratori autonomi e delle partite Iva. Un modo, a loro avviso, per arrotondare le personali entrate.

A condurre l’indagine, la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps che, tuttavia, pur essendo in possesso dei nomi dei 5 parlamentari (sembra che, insieme a questi ultimi, sia coinvolto anche un noto conduttore televisivo), non è in grado di rivelarli, per una questione di privacy. Se ne sa, invece, la provenienza di corrente: tre della Lega, un Grillino e un rappresentante di Italia Viva. Ma c’è di più. Nella vicenda, sarebbero implicate circa duemila persone, tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci.

Sia ben chiaro, il reato, in sé, non sussiste. Se la si vuol dire tutta, è più una questione… di forma.

Anche perché, poi, le malefatte dei ‘furbetti del Bonus‘ non fanno che aprire le porte ai commenti di chi, evidentemente, non attendeva altro per ‘tirare l’acqua al proprio mulino’.

Così, accennavamo, non perde occasione il Segretario del Carroccio: “Che un parlamentare chieda i 600 euro destinati alle partite Iva in difficoltà è una vergogna.

E subito alza il tiro: “Che un decreto del Governo lo permetta è una vergogna. Che l’Inps (che non ha ancora pagato la cassa integrazione a migliaia di lavoratori) abbia dato quei soldi è una vergogna. In qualunque Paese al mondo, tutti costoro si dimetterebbero“. Ne approfitta, insomma – come gli è di consuetudine – per addentrasi in una rilettura politica.

Difficile, in questo frangente, controbattere, a fronte di una ventata di sdegno che – almeno a parole – si allarga a macchia d’olio, interessando la governance, a tutto tondo. Dal capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà

Se il Ministro degli Esteri – si diceva in precedenza – così commenta: “5 poveri furbetti, durante la pandemia, hanno avuto il coraggio di avanzare richiesta allo Stato per ottenere il bonus di 600 euro, riservato ai lavoratori autonomi e alle partite Iva in difficoltà. Evidentemente non gli bastavano i quasi 13mila euro netti di stipendio al mese. Non gli bastavano tutti i benefit e privilegi di cui già godono. È vergognoso. È davvero indecente.” Gli fa eco il ministro per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova (Italia Viva): “Devono… (dimettersi ndr.) perché, evidentemente, non sono stati in grado di servire i cittadini che rappresentano e il Paese con onore e lealtà, tanto più in un momento come questo“.

Giorgio Mulé, portavoce di Forza Italia, ha espresso “perplessità e sconcerto” riguardo all’accaduto. “Chi ha usufruito del bonus esca volontariamente allo scoperto”. E non si risparmia, in quanto a raccapriccio, neppure la vicepresidente della Camera.

L’Italia e gli italiani stanno vivendo una crisi economica gravissima, le aziende rischiano di chiudere. Per salvare il Paese stiamo facendo debiti che pagheranno i nostri figli e i nostri nipoti e 5 deputati hanno avuto il coraggio di richiedere il bonus, destinato alle partite Iva.

Siamo davvero arrivati ai limiti dell’indecenza...”, queste le parole di Mara Carfagna.

Non da meno Roberto Fico, presidente della Camera dei Deputati: “Chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. È una questione di dignità e di opportunità. Perché, in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici…”

Insomma, un pandemonio, che ha scatenato una comune onda di indignazione. Resta da vedere, ora, se si trattava di un ‘temporale estivo’, di una burrasca o, più radicalmente, innescava un vero e proprio tzunami…

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