Punti di ricarica e colonnine. Facciamoci un’idea…

Punti di ricarica e colonnine. Facciamoci un’idea…

Un mondo che punta verso l’Elettrico. Guarda dritto, nell’auspicio di una più nuova e accurata attenzione nei confronti dell’ambiente. Ma il termine sta ad indicare anche ‘ricarica‘. Sono numerose le incognite per chi, pur desideroso di passare ad un modo di guidare dal profilo green, teme di trovarsi impreparato di fronte alle proposte delle auto di ultima generazione. E il livello di autonomia è di certo tra i nodi più impervi da sciogliere. Ebbene, accresciute prestazioni, sommate all’ausilio delle infrastrutture, corrono a sussidio di esigenze, d’altro canto, del tutto legittime.

Facciamo il punto, in Italia 

Che siano elettriche oppure ibride plug-i, la questione ‘ricarica’ resta fondamentale. Tutto bene se ci si sposta all’interno del proprio centro urbano, ma per molti assume una dimensione preoccupante il caso in cui l’autonomia della vettura d’appartenenza non sia in grado di estendersi per l’intera durata del viaggio. A riguardo, arrivano, tuttavia, buone notizie. Se fino a qualche anno fa le infrastrutture di ricarica – soprattutto quelle rapide – costituivano sostanzialmente un miraggio, risultato dell’ultimo periodo è il frutto di un impegno certosino, che vede interessati sia i percorsi cittadini, sia le grandi direttrici sovranazionali.

Secondo l’Eafo, l’Osservatorio Europeo sulla Mobilità Ecologica, in Italia sono presenti almeno 11.837 punti di ricarica (uno ogni cinque vetture elettriche o ibride plug-in) sui circa 250 mila del Vecchio continente. Sul podio rimangono Francia e Germania, rispettivamente con 38.099 e 41.461 punti e una “densità” di sette veicoli elettrici o ibridi plug-in per ciascuna palina; mentre la Norvegia, dove circolano già più di 286 mila auto elettriche e oltre 117 mila Phev, conta un punto di ricarica ogni 24 elettriche o plug-in.

‘Work in progress’

Dalla medesima fonte si apprende che, degli 11.837 punti a disposizione nella Penisola, 10.884 offrono la ricarica fino a 22 kW (come la JuicePole di Enel X, destinata a diventare l’infrastruttura più diffusa su territorio nazionale, dopo la sostituzione delle precedenti Pole Station; mentre i restanti 953 supportano potenze superiori fino a 50 kW (colonnine fast) e fino a 350 kW (super fast). Tra le colonnine in questione, che operano a corrente continua, si contano le ormai rinomate stazioni Tesla Supercharger e quelle del consorzio Ionity, di cui fa parte anche Enel X.

Quanto al domani, una forte spinta alla realizzazione di nuove stazioni è giunta dal decreto Semplificazioni, che ha ridotto da 18 a 1 le autorizzazioni richieste per l’installazione delle colonnine.

Non solo: secondo la stessa norma, tutte le aree di servizio, in autostrada e sulle principali arterie extraurbane, dovranno dotarsi di un punto di ricarica, mentre i Comuni saranno obbligati a prevedere almeno un’infrastruttura ogni mille abitanti. Un autentico incremento dei punti di ripristino; in prospettiva, circa 60 mila.

28 mila, di cui almeno 6 mila di tipo veloce, sono invece quelli che Enel X prevede di implementare entro il 2022. I punti di ricarica già installati dalla business line del Gruppo Enel sono oltre 10mila, compresi quelli del progetto EVA+.

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