La protesta silenziosa sale in passerella con Dior

La protesta silenziosa sale in passerella con Dior

Fin dove può arrivare lo ‘stupore’? Di certo, i confini si sono di parecchio ridotti se, ad oggi, è possibile farsi largo su una tra le passerelle più accreditate di sempre e mettere in atto una protesta, senza che nessuno ci faccia caso. E’ accaduto appena qualche giorno fa, il 29 settembre scorso, durante la sfilata di Christian Dior.

Quando una ragazza ha preso possesso del ‘palco d’eccezione’, tutti – o quasi – hanno pensato si trattasse dell’ultima trovata del direttore creativo, Maria Grazia Chiuri. Nonostante l’approccio ‘aperto’ ed il piacere, manifesto, di accogliere sulla propria vetrina anche voci trasversali, nel caso in questione la stilista ha tuttavia negato ogni tipo di coinvolgimento.

Ma veniamo ai fatti: la gatecrasher, in abito nero e con mascherina indosso – non lo stesso si può raccontare degli ospiti nel parterre – finita faccia a faccia con i fotografi, dopo l’ultima uscita, ha improvvisamente sguainato dallo zaino, sorta di coniglio dal cappello, uno striscione dal parere piuttosto chiaro:  “We are all fashion victims“. Il simbolo è quello del collettivo anti – climate change Extinction Rebellion, non nuovo a questo genere di mise-en-scène.

A ben guardare, i primi sintomi di quanto stesse accadendo era già intuibile sbirciando di fronte ai giardini delle Tuileries, location adibita allo show. Medesimo slogan, similare striscione, ovviamente, in strada.

Il tutto, invece, è passato in sordina, tanto che persino Antoine Arnault, direttore della comunicazione e dell’immagine di LVMH, il gruppo di famiglia in cui confluisce la Maison, in un primo momento si è rivelato perplesso. “Di questi tempi non si sa mai“, ha tagliato corto.

Già, di scenografia in scenografia, i coup de thèatre, in concomitanza con la proposta delle varie collezioni si sono fatti, di volta in volta, più arditi, tanto da non riuscire ormai, poveri noi, a distinguere ciò che appartiene allo spettacolo da quanto, al contrario, mira a dissacrarlo. Tant’è.

Di sicuro, la ‘nostra’ incursionista dal volto misterioso  qualcosina, di sé, c’è l’ha fatta capire. Al di dà dell’ideologia politica, conosce il fatto suo; non manca, evidentemente, di portamento ed è rispettosa – almeno lei – delle norme che contravvengono al Coronavirus.

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