Quel piccolo attico che governa cielo e terra
Immaginatevi, per un istante, mentre percorrete un vialetto di un condominio, in pieno stile anni ‘70. I listelli in legno, al cammino, sagomano il percorso del prato, interrotto da palme e ulivi. I parapetti di protezione sono eseguiti in cristallo, le fioriere in acciaio Corten. Proseguite, lasciandovi cullare dal paesaggio finché, sorprendentemente, scoprite che quel sentiero vi ha condotti faccia a faccia con uno scenario ancor più spettacolare. Di fronte a voi, una piscina.
La vostra meta è lì, all’ultimo piano di un edificio di sette, affacciandosi al quale le acque del lago di Lugano e le cime montuose sembrano riservare pari peso.
Il progetto porta la firma di Pietro Corcione, in collaborazione con il marchio immobiliare The Great Living Estate. Non una villa indipendente, come verrebbe naturale supporre, bensì un appartamento. Un attico con un giardino pensile e quella vista unica in tutta Melide, nel cuore della Svizzera italiana.
Una soluzione complessa, ambiziosa… un susseguirsi di terrazze a gradoni che scendono progressivamente verso il lago, sola condizione possibile perché il panorama, dagli appartamenti, risulti esattamente quel che è.
E se l’esigenza primaria, di primo avviso, potrebbe risultare meramente estetica (la terrazza è stata inglobata all’interno dell’abitazione, coperta con una struttura in travi di legno lamellare e predisposta per realizzare un tetto giardino. Il nuovo volume è stato, poi, chiuso con vetrate continue a tutta altezza, capaci di far perdere lo sguardo); in realtà, scendendo nel dettaglio, ci si accorge di come, questa, non sia stata un’operazione peregrina, ma ci si sia adoperati per attenersi – a tutto tondo – a standard di altissima qualità. Non ultimo, il contenimento energetico, grazie all’utilizzo di infissi di prima scelta, con telai a sezioni ridotte.
È questo lo spazio che, in piena simbiosi con l’ambiente circostante, ripercorre i medesimi giochi di luce offerti dalla vegetazione. Mood e tonalità delle stanze ricostruiscono la narrazione esterna, in una sorta di divenire, che fa bene agli occhi e accarezza lo spirito.
Una sintonia che, a ben guardare, abbisogna di poco. La palette cromatica degli infissi si muove su variabili limitate e i materiali d’utilizzo, per lo più naturali, si contano anch’essi in numero ristretto.
Lastre di pietra del Cardoso, per la parete cieca che separa il living dalla cucina. Il caratteristico color cenere, la finitura ruvida che ne esalta la percezione tattile… tutto, qui, è studiato nei minimi particolari. In continuità con la parete, una pannellatura a soffitto in listelli di rovere naturale delimita, idealmente, la zona conversazione.
In prossimità della vetrata viene, invece, ricavata un’area più intima, sorta di postazione lettura, che sceglie gli arredi tra pezzi di design di enorme autorevolezza.
A delimitare l’indoor dall’outdoor, come già accennavamo, le vetratura a tutta altezza, ad apertura scorrevole, filtro impercettibile con un esterno che, nel periodo caldo, reclama di vivere appieno. Ad arredarlo, una cucina, con annessa zona pranzo e relax, sulla quale si posiziona una copertura, con tende scorrevoli removibili.
Un disegno in pianta ben preciso definisce e separa i camminamenti dal verde e individua i parametri della convivialità. Così, nella seconda terrazza più a valle, in posizione più appartata, è ricavata una piccola piscina – la ricordate, appena superato il giardino? – rivestita in lastre di diorite, similmente alla scala che collega le due terrazze.
Natura e tecnologia viaggiano di pari passo, per uno stile sobrio e altamente contemporaneo. Un luogo, in perfetto comfort con la natura; specchio del mondo che pare quasi avvolgerlo. Un sogno, ricostruito magistralmente, da maestranze capaci di riprodurre ‘il tutto’ adeguandosi, anzi, esaltando, quel che già esiste.
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