L’universo green festeggia la nascita del ‘made in vetro’

L’universo green festeggia la nascita del ‘made in vetro’

Certificazione: parola complicata che, in questo caso, si sfronda del sapore aulico, per significare soprattutto ‘garanzia’. Di cosa stiamo parlando? Del ‘neo’ marchio: made in vetro, atto ad attestare la riconoscibilità e la qualità dei contenitori che lo adottano ad icona. Sicurezza alimentare, impermeabilità ai liquidi e ai microrganismi, sterilizzabilità, perfetta conservazione degli alimenti; fino al discorso ‘riciclo‘, altro punto inderogabile. Un logo, che guarda ai benefici per la salute; che si distingue, insomma, per l’occhio di riguardo riservato all’ambiente.

A disposizione di bevande, ma anche farmaci, profumi e cosmetici, rappresenta il prodotto di una collaborazione scrupolosa tra industria, designer e consumatori.

In questo periodo difficile di pandemia – osserva Marco Ravasi, presidente della sezione contenitori in vetro di Assovetrola tutela della salute è diventata centrale per i cittadini. La sicurezza alimentare gioca un ruolo decisivo. Ben venga, dunque, questo logo, che visivamente rassicura immediatamente sull’integrità degli alimenti confezionati e mette in luce anche tutte le qualità ambientali del vetro; la sua riciclabilità al 100% e all’infinito“.

A fargli eco, Michel Giannuzzi, presidente della European Container Glass Federation (Feve): “Questo simbolo segna la prima pietra miliare nel nostro viaggio di collaborazione con clienti e marchi, per fornire soluzioni di imballaggio che rispondano a una crescente attenzione alla sostenibilità, da parte dei consumatori. Il nostro obiettivo finale è che… tutta Europa possa trovare il nuovo marchio sui prodotti presenti sugli scaffali, che si tratti di cibi conservati, bevande o olio d’oliva. Scegliere il vetro significa creare un futuro più sostenibile“.

A supportare previsioni ed attese, un sondaggio, condotto – nel 2020 – dalla società di ricerche di mercato InSites Consulting ed effettuato su un campione di 10 mila persone, in 13 Paesi del Vecchio Continente. Oltre 9 europei su 10 (91%) – attesta il risultato – si dichiarano pronti a testimoniare come il materiale sia largamente il migliore, in quanto a capacità di conservazione. Credibilità che, in Italia, si amplia ulteriormente, raggiungendo quota 96%.

Del resto, il ciclo di produzione si realizza tramite un unico passaggio, all’interno della stessa azienda e la maggior parte delle bottiglie e dei vasetti in vetro, frutto della raccolta differenziata, viene utilizzata ripetutamente, per dare luogo a nuovi imballaggi, in un sistema a circuito chiuso.

Conseguenza: risparmio di energia e riduzione delle emissioni di CO2. Nell’UE, secondo i calcoli, un coefficiente pari – più o meno – a 4 milioni di auto ‘eliminate’ dal manto stradale. Pensare che si tratta di minerali abbondanti in natura: sabbia, carbonato di sodio, vetro riciclato e pietra calcarea. Un mix, riutilizzabile al 100%. Tanto semplice quanto generoso nell’applicazione e, ancor di più, nella resa.

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