Maggio: quella chimera che respira di libertà…

Maggio: quella chimera che respira di libertà…

E se non fosse solo un sogno? Se fosse tutto vero? Anzi, se ci fossimo appena risvegliati da un incubo, nel quale siamo rimasti intrappolati da oltre un anno? A maggio si riapre. Se ne discute, ancora. La decisione sarà presa, probabilmente, la prossima settimana, in Consiglio dei Ministri. Eppure, già l’idea ci solletica la mente, perché è un pensiero che si misura con il senso di libertà, di rivendicazione per quel che – giustamente o meno – ci è stato sottratto.

Mario Draghi

I primi a riaprire, in ordine di tempo, saranno i ristoranti, all’ora di pranzo. Poi, i luoghi dello spettacolo e, solo dopo, palestre e piscine. Da metà mese, non prima, nel rispetto delle linee di gradualità promosse dal Governo, potrebbero essere consentite anche le cene, nei locali pubblici.

Il programma, certo, si differenzia da Regione in Regione, secondo l’andamento della curva epidemiologica e il numero dei vaccinati, ma il calendario è fitto e lascia ben sperare.

Sul banco di partenza, i territori con dati da fascia gialla e con limitazioni maggiori, rispetto al passato. Ci servono “nuovi parametri per l’attribuzione del rischio“, confermano i Governatori, ma si percepisce che qualcosa, nell’aria, ‘friccica’. Un po’ come trovarsi al giro di boa. La prima istanza riguarda il ritorno alla possibilità di muoversi, se non altro, nelle aree che presentano meno contagi e che si trovino più avanti, con la vaccinazione delle persone anziane e fragili. 

Come sempre, i dubbi non mollano. A chi scalpita per la riapertura dei confini regionali, si accosta chi, invece, frena. Ma la riunione per impostare il Nuovo Decreto è alle porte e questo, se non altro, rincuora.

Nell’incontro fra Draghi, Locatelli e Brusaferro si è impostato il lavoro, previsto a breve, in cui si riunirà la cabina di regia, presieduta dal Capo dell’Esecutivo. Saranno esaminati i dati, che vengono aggiornati ogni venerdì e si comincerà a discutere, in merito al da farsi.

I protocolli sono pronti e, in parte, già approvati dal Comitato Tecnico Scientifico. Si prefigurano regole stringenti, che consentiranno, tuttavia, alle attività, un momento di rifiato. I numeri non mollano, fa presente Speranza: 16.168 contagiati e 468 morti, attestano le ultime rilevazioni, ma il clima è comunque propositivo.

Dal canto suo, Salvini incalza, affinché le saracinesche si abbiano ad alzare, già nel mese di aprile. In realtà, la buona novella è che, chi ha spazi aperti, sarà esentato dal pagamento delle tasse per l’occupazione di suolo pubblico. Un passo, piccolino, ma pur sempre un primo passo.

Abbiamo accennato ad una sorta di carnet, in cui collocare i vari appuntamenti, distribuiti lungo l’intero mese prossimo. C’è chi spinge anche al via libera per palestre, piscine, luoghi della cultura e dello spettacolo. Le linee guida messe a punto dalla Ministra Gelmini predispongono, tuttavia, ad ora, unicamente un allentamento delle norme, per quanto riguarda ristoranti e bar, sia a pranzo, sia a cena, regolate da discipline assai stringenti, al chiuso e maggiori opportunità, all’aperto.

In una prima fase, si ipotizza, i locali potrebbero accogliere i clienti, soltanto seduti, per evitare assembramenti. Stando alle Regioni, la distanza minima tra i tavoli dovrebbe arrogarsi sui due metri, all’interno; un metro, all’aria aperta.

Per quanto concerne palestre e piscine, invece, in fase di collaudo il via libera, potrebbe riguardare solo gli allenamenti individuali.

Riaperti, seppur in zona rossa – questo si spera – anche i parrucchieri. E novità, pure per quel che attiene al Coprifuoco: gli orari del divieto di circolazione sono tuttora da discutere. Ma molto lascia pensare ad un allentamento delle misure, con fasce di assestamento più ampie.

Eccolo infine, l’ultimo settore, non meno vessato degli altri, da prendere in considerazione, vale a dire quello dello spettacolo. Cinema, teatri e sale da concerto riapriranno, dove e quando tornerà la fascia gialla. Franceschini, a tal proposito, ha inviato al CTS un documento, in cui chiede di aumentare i posti a sedere e si augura che “la risposta sia positiva“. 500 persone al chiuso e 1000 all’aperto e un tetto del 50% al coperto, in sostituzione al 25% precedente.

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