Quel bilocale che quasi quasi…
28 m quadri. E cosa me ne faccio? Non la pensa, evidentemente, così AACM – Atelier Architettura Chinello Morandi. I due artisti dell’abitare, Nicolò Chinello e Rodolfo Morandi, hanno praticamente rivoluzionato un appartamento in affaccio sui Navigli di Milano, ottimizzandone gli spazi e rendendolo idoneo ad un uso quotidiano.
Quando si dice nido… ed è così che appare, questo regno dell’intimità il quale, non solo gode di una vista iconica, ma vanta, nelle vicinanze, l’allure di una storia. E che storia. Quella di un progetto, firmato niente meno che da Leonardo Da Vinci. Furono, ancora una volta, il suo genio creativo e la sagacia ad inventare le famose Chiuse che, tuttora, regolano il corso dell’acqua. Ed è proprio qui che, ancora, resistono i tradizionali edifici di ringhiera. Quelli ereditati dalla Vecchia città Meneghina, caratterizzati dai balconi comunicanti e le facciate ocra. Ma, quando si parla di interni, beh, allora il racconto cambia. Sono stati, per l’appunto, interamente rinnovati, per rieditarli in ambienti funzionali, pronti ad abbracciare tutti i comfort della modernità.
Dunque: zona giorno, zona notte e servizi non si inibiscono davanti a una metratura ristretta e, anzi, trovano un’organizzazione, esemplare e multitasking. Soggiorno, camera da letto e antibagno restano collegati fra loro, grazie ad un passaggio dalla forma cuspidale. L’escamotage che, più di ogni altro, rivendica l’identità dell’intero habitat. Una figura, peraltro, che enfatizza ogni soglia, ritmando una successione importante fra le stanze.
E, al posto delle porte, si snodano, invece, nicchie, predisposte affinché la comunicazione tra i vari luoghi della casa si mantenga costantemente alta. Senza considerare il fatto che riescono a personalizzare ogni varco, liberando un’atmosfera assolutamente domestica, scevra dallo stress della vita urbana, caotica e veloce.
Complemento d’arredo, principe dell’idea, è il mobile della cucina: sorta di architettura apri e chiudi. L’unico involucro materico presente, rivestito in resina nerastra. Un manufatto, dall’anima multi-sfaccettata, insieme curatissima e contemporanea. Il risvolto, in interno, di una realtà, quella fuori, in progressiva espansione. Così corre pure il dialogo, inarrestabile. E ci si raggiunge.
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