Galeotta fu la telecamera…

Galeotta fu la telecamera…

La vicenda ha del surreale, ma si sa, spesso la realtà riesce, senza neppure troppi sforzi, a superare anche la più fervida immaginazione. Dunque, la grottesca – e, probabilmente, dolorosa, almeno per i diretti interessati – vicenda si è aperta nel 2012, per concludersi solo adesso, a quasi 10 anni di distanza.

E, come nel più proverbiale dei feuilleton, potremmo ridefinirla l’affaire Oj nenna nè. Una traversia che, tra l’altro vede coinvolto uno tra i cantanti neomelodici più conosciuti d’Italia.

Ma facciamo qualche passo a ritroso…

L’anno lo abbiamo già stabilito. Dunque, per le strade di Napoli si sta girando il video dell’ultimo brano di Gigi D’Alessio. Così, mentre la troupe si dà da fare tra le vie dello shopping, per estrapolare le immagini più accattivanti, viene catturata – involontariamente – anche quella di una coppia a passeggio, Mano nella mano. Niente di più innocente. Ma ne siamo proprio sicuri…?

E già, perché, guarda caso, si tratta di due adulteri. E, come facile intuire, in breve tempo il tradimento, passato su tutte le emittenti locali e nazionali, addirittura allegato come dvd ad un settimanale popolare ad altissima tiratura, diventa plateale. La ‘signora’ in questione viene riconosciuta e – inevitabile – si giunge alla rottura del matrimonio. Fine del primo capitolo.

Se ne apre, di contro, subito a seguire, un secondo, questa volta di tipo giudiziario, poiché la ‘nostra’, reduce dal divorzio, decide di intentare causa, per danni morali e materiali, niente di meno che alla Sony, etichetta del celebre cantante partenopeo. Odissea, che si è allungata per un periodo pressoché infinito e che si è conclusa solo ieri, con la condanna – da parte della Corte d’Appello di Napoli, d’intesa con la Cassazione – della Casa discografica, al risarcimento nei confronti della donna.

L’opposizione dei legali della Major ha puntato sul concetto di consenso implicito, facendo riferimento alle riprese sul suolo pubblico. Il tribunale, tuttavia, ha obiettato la lesa riservatezza della signora, facendo leva anche sull’osservazione che “la semplice notizia della relazione extraconiugale di una donna, e ancor più dell’esistenza di tracce materiali visibili di tale relazione, suscita ampia curiosità“.

Una vexata quaestio, certo, giacché, a fronte della chiacchiera, habitus di antica e sempre nuova data, si poggia il copione di una sofferenza reale. Qualcosa, che va ben al di là del morboso interesse collettivo. Che coinvolge Lei – la moglie o ex, che dir si voglia – e Lui, il marito, doppia vittima, in questo caso, di tanta e non richiesta pubblicità.

Di fatto, e occorrerebbe stare ben attenti a non dimenticarlo, la privacy coincide con un diritto e rappresenta un valore, da ogni punto di vista. Nell’epoca in cui si è solerti nel rifilare sul banco globale dei Social qualunque anfratto della proprio privato, può ancora accadere che esista chi, legittimamente, si rifiuti di finire nel tritacarne dell’occhio elettronico. Innocente o malpensante che sia.

Tant’è! Così va il mondo. Così, con tutta probabilità, proseguirà a girare. Con buona pace di quanti si crogiolano nel pensiero degli errori altrui e con qualche rara – e doverosa – eccezione, nel difendere quel che c’è al di là di una porta. Lecito o illecito che sia.

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